Non ti fai più un regalo chissà da quanto tempo, non riesci più a mettere soldi da parte e tuo figlio il posto fisso l’ha trovato sul divano di casa?
E cioè: l’economia va male, il Pil è sotto terra e la disoccupazione dilaga? Beh, forse tra tante sventure, c’è anche di che stare allegri: la recessione economica pare faccia bene alla salute. Stringere la cinghia tornerebbe utile addirittura ad allungare la prospettiva di vita.
La popolazione americana impoverita dalla Grande Depressione degli anni Trenta avrebbe guadagnato in media sei anni, secondo i dati raccolti da uno studio dell’Università del Michigan firmato da Jose Tapia Granados e Ana Diez Roux e pubblicato sulla rivista Pnas.
Per capire quale legame c’è tra la crescita economica di un Paese e la salute della sua popolazione, i ricercatori hanno preso in considerazione due parametri, il tasso di mortalità e l’aspettativa di vita. E li hanno analizzati per 20 anni, dal 1920 al 1940, i due decenni contigui alla Grande Depressione scoppiata nel 1929. Risultato: l’aspettativa di vita era cresciuta da 57,1 anni nel 1929 a 63,3 nel 1932. Per tutti: femmine e maschi, bianchi e non-bianchi. E un po’ a tutte le età.
Al contempo erano diminuite le principali cause di morte: malattie cardiovascolari e renali, cancro, influenza e polmonite, tubercolosi e incidenti stradali . Unica eccezione: i suicidi, che invece nei periodi di crisi aumentavano. Ma i ricercatori sottolineano che si tratta di un dato contenuto rispetto agli effetti positivi.
Tutto ciò nei periodi di recessione, mentre gli stessi indicatori si ribaltavano col ritorno delle vacche grasse, in corrispondenza degli anni con un bel segno più davanti agli indicatori economici.
Diverse sono le spiegazioni avanzate dal team di studiosi. Innanzitutto quando hanno più soldi, le persone tendono a spenderli in consumi nocivi per la salute, come alcol e tabacco. Un altro aspetto è che quando l’economia cresce, le persone lavorano di più e quindi si stancano e si stressano di più e perdono anche più ore di sonno. Altro elemento: alla crescita economica corrisponde l’aumento dell’inquinamento atmosferico, o ancora, cresce l’isolamento sociale dovuto al fatto che, appunto, la maggior parte del tempo lo si spende al lavoro e si assottiglia il tempo disponibile per godersi i piaceri della vita.
Dunque se quello del portafogli più leggero che fa bene alla salute non è esattamente l’argomento migliore per tirare su il morale di chi ha appena perso il lavoro, almeno quando staremo lì a ragionare su come far quadrare i conti, si potrebbe tentare di buttarla sull’ottimismo e pensare a un vecchio adagio: non tutto il male viene per nuocere!