Sempre più fredde e calcolatrici. È questa l’immagine delle donne manager venuta fuori da uno studio condotto da Cofimp, società di informazione di Unindustria di Bologna. Lo studio, come dicono i suoi coordinatori, Maurizio Sarmenghi e Federico Bencivelli, ha fatto registrare una sorta di allineamento tra i comportamenti dell’uomo e della donna sul luogo di lavoro. Le donne, infatti, negli ultimi 10 anni si sono dimostrate più simili agli uomini nel “comprendere gli altri”.
Sfatato dunque il mito del sesso debole, anche al lavoro. Ma diamo un pò di cifre. Lo studio è stato realizzato prendendo in considerazione gli anni dal 2001 e al 2009 e interpellando 1.200 persone, di cui 660 uomini e 540 donne di un’età media è di circa 39 anni. Ad essi è stato sottoposto un test per la rilevazione dei cinque fattori alla base della nostra “Intelligenza Emozionale“: empatia, maturità emozionale, sensibilità, cordialità ed esteriorizzazione dei sentimenti.
Ecco i risultati: in dieci anni, le donne hanno avuto un calo sia nel livello di empatia che di sensibilità (scesa da 7 a 1,3%) e cordialità (da 8,1 a -0,7%). Gli uomini invece, in controtendenza, sembrano essere diventati più docili e sensibili (da -0,1 a 5,7%) ma meno cordiali (da 0,7 a -3,3%).
“È come se le due metà del cielo, anziché ottimizzare, valorizzandole, le differenze avessero perduto le rispettive caratteristiche peculiari con il risultato di mandare in scena comportamenti uniformi – hanno spiegato Sarmenghi e Bencivelli – stiamo assistendo a un appiattimento verso il basso, sia per le donne che per gli uomini. Il risultato sono relazioni peggiori sul lavoro, stress, persone chiuse in se stesse, appesantite da fatica e senso di isolamento, autoriferite, e soprattutto senza una vera progettualità professionale, ma anche, oseremmo dire, personale. E indubbiamente – consludono – l’impatto prodotto dallo stress di momenti difficili, come quello che stiamo vivendo, non è secondario”.
Francesca Mancuso