Nel periodo degli eccessi festaioli, non dovremmo perdere di vista i rischi dell’abuso di alcool, che spesso falciano vittime proprio tra i più giovani. È allarmante il quadro diffuso dall’Istat circa le abitudini di consumo di bevande alcoliche in Italia.
Sono 8,5 milioni gli italiani a rischio per un consumo eccessivo, il 17% di loro hanno meno di 15 anni. Uno dei maggiori rischi per i ragazzi tra i 18 e i 24 è la guida in stato d’ebbrezza.
L’Istat afferma che in questa fascia d’età il 26,1% degli automobilisti abituali lo fa spesso con un tasso alcolemico nel sangue superiore a quello consentito dal codice della strada.
A confermare i dati il rapporto dell’Osservatorio nazionale alcol dell’ISS – diretto da Emanuele Scafato – un milione e mezzo di giovani tra gli 11 e i 24 anni, in Italia, sono a rischio. L’allarme è più acuto tra le ragazze.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS),
“il 90% dei giovani italiani beve durante il week-end; molti, troppi, alla ricerca di uno sballo a basso costo. Un’esperienza che coinvolge circa il 65% dei ragazzi e il 34% delle ragazze, con un allarmante picco per i minorenni: il 42% dei ragazzi e il 21% delle ragazze che si ubriacano ha meno di 18 anni”
L’alcool è tristemente la prima causa di morte dei giovani in Italia, circa 2.800 l’anno: un ragazzo su 4, muore per un incidente alcool-correlato.
Questi dati dovrebbero spingerci a riflettere sulle cause di questo abuso e a cercare un rimedio per quella che a tutti gli effetti è un’emergenza.
Tale argomento è stato al centro dell'”Alcohol Prevention Day” in cui si è tenuto l’illuminante intervento di Jurgen Rehm del Centre for Addiction and Mental Health della Toronto University
“Entro i prossimi anni l’alcol alla guida rappresenterà dopo il cancro la principale causa evitabile di disabilità, morbilità e mortalità prematura in Italia. Se l’alcol è risultato causa nel 2004 del 5,3% e del 2,3% della mortalità, rispettivamente per maschi e femmine, va anche detto che l’alcol è responsabile di un carico di malattia nella popolazione italiana pari al 7,1% e al 3,2% del totale degli anni di vita persi a causa di disabilita, morte prematura e malattia cronica.”
Questa valanga di numeri servono solo per ricordarci di non sottovalutare il problema. Dobbiamo, infatti, ricordarci che l’informazione e il dialogo sono la prima forma di prevenzione.
Insegnano ai nostri figli che l’eccesso non è sempre sinonimo di divertimento e che la responsabilità verso se stessi e gli altri è il primo segno di maturità.