“Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza“. Questo l’inizio della bellissima riflessione di Kahlil Gibran sull’amicizia. Parole che ci ricordano la necessità di coltivare i rapporti con chi è prezioso ai nostri occhi, proprio come si potrebbe coltivare un terreno: lasciandolo abbandonato a se stesso, rimane fertile, ma non produce nulla.
È così anche con i rapporti umani: l’amico c’è, ma non commettiamo l’errore di considerare scontata la sua presenza. L’amicizia va curata e coltivata perché possa crescere e maturare, espandersi e regalarci ogni giorno la meravigliosa sensazione di poter contare su qualcuno che ci vuole bene proprio così, come siamo, qualcuno che ci chiede solo di poter camminare accanto a noi.
Vi facciamo una domanda: ringraziate i vostri amici quando ricevete qualcosa da loro? Non importa cosa, può essere un aiuto materiale, oppure un consiglio, una parola di conforto, una preziosa spalla su cui piangere. Se rispondete “Ma no, ci conosciamo da una vita, è normale aiutarci a vicenda, tra di noi non serve ringraziare!” sappiate che vi state privando di un’opportunità preziosa per rafforzare le vostre amicizie. È quanto emerge da una ricerca svolta dagli studiosi della Florida State University di Tallahassee, negli Stati Uniti, diretti da Nathanie Lambert e pubblicata su Psycological Science.
La ricerca è stata compiuta in tre fasi successive su un campione di 430 persone, in maggioranza studenti universitari, allo scopo di indagare sulla “forza comune“, sull’inclinazione, cioè, ad avvertire un senso di responsabilità nei confronti di un’altra persona. Secondo quanto emerso dallo studio, coloro che sono soliti esprimere la propria gratitudine e/o la ricevono dagli altri, saprebbero creare rapporti interpersonali più profondi e solidi. Quale è la ragione? Tutto dipende da una parola, semplice e spesso difficile allo stesso tempo: GRAZIE.
La riconoscenza, infatti, è un vero e proprio toccasana per le amicizie, con effetti positivi per chi la riceve, ma anche per chi la manifesta. Spiega il dott. Lambert “Quando si esprime gratitudine nei confronti di qualcuno si guarda alle sue qualità positive e al bene ricevuto da questa persona. Si avverte il desiderio di esprimere concretamente la propria riconoscenza“.
Si produce, dunque, una reazione psicologica per la quale chi ringrazia si sente responsabile del benessere dell’altra persona. E chi è il vero amico, se non colui che ci ascolta, ci consiglia, ci incoraggia, perché ha realmente a cuore la nostra felicità?
Francesca Di Giorgio