Dimenticate il ritratto delle 40enni alla Sex and The City, donne grintose, affascinanti ed energiche e anche l’immagine dei coetanei dell’altro sesso affermati e sicuri di sé, pronti ad affrontare la vita con slancio e determinazione.
Uomini e donne che superano la soglia degli “anta” sono, in realtà, tristi e insicuri, pronti a rifugiarsi negli antidepressivi e alla ricerca costante di una felicità “sintetica”.
Uno studio della University of Warwick e della University of Stirling rivela che 1 quarantenne su 10 ha assunto antidepressivi nel 2010.
Il picco maggiore in Portogallo, Francia e Lituania, ma soprattutto nel Regno Unito, dove il 7% degli intervistati ha dichiarato di aver assunto Prozac per più di 4 settimane e il 2% per un mese. Ciò significa che in alcuni periodi del 2010 ben 5.5 milioni di inglesi adulti erano sotto antidepressivo. Tra di loro soprattutto disoccupati, divorziati o separati.
Andrew Oswald, docente all’University of Warwick e co-autore dello studio invita a riflettere:
“dovremmo chiederci perché 1 quarantenne su 10 ha bisogno di ricorrere ad una pillola per affrontare la vita. È davvero un numero impressionante di persone che fanno affidamento sulla felicità sintetica”.
Gli scienziati ipotizzano che la felicità e il benessere seguano una curva a U durante la vita, si nascerebbe e si morirebbe felici, mentre si sarebbe particolarmente tristi proprio verso i 40 anni, quando lo stress dettato dal lavoro o dalle situazioni familiari la fa da padrone.
Probabilmente è il faccia a faccia con la realtà che spaventa. Il Professor Oswald spiega che, mentre durante l’adolescenza si tende a sognare e a immaginare cosa si potrebbe fare nella vita, a 40 anni si copre quanto essa sia dura e ci si ritrova costretti ad affrontare i propri fallimenti e l’infrangersi delle proprie illusioni adolescenziali.
“Ma pian piano è possibile accettare le proprie imperfezioni, ad abbandonare i propri sogni definitivamente. A 50 anni o a 60 si può finalmente tornare ad essere felici”.