Evviva le nonne! Perché la maggior parte di esse non solo non ha bisogno della badante, ma è addirittura capace a sua volta di “badare”, tenendo testa ai suoi cari nipotini.
E, soprattutto, oggi si tratta di un ruolo talmente importante che, se non ci fossero le nonne-babysitter, saremmo un popolo non solo più povero e più stressato, ma anche meno evoluto, scientificamente parlando.
Ebbene sì, perché l’effetto-nonna, come lo definiscono gli stessi ricercatori, non è nato di recente, con la generazione di donne “baby boomers” contente di lavorare e fare le mamme insieme. Si tratta di un fenomeno che ha radici ben più profonde e, secondo gli scienziati, è ciò che ha permesso alla specie umana di evolversi dalle scimmie in un popolo intellettualmente avanzato.
Il merito di questo studio è tutto dell’antropologa americana Kristen Hawkes, che già negli anni Novanta aveva teorizzato la cosiddetta “ipotesi evolutiva della nonna“. Ebbene, oggi, a questa sua teoria la stessa Hawkes ha portato nuove conferme, elaborando un modello matematico dell’evoluzione umana secondo l’effetto-nonna e scoprendo che il comportamento degli esemplari anziani della nostra specie ci ha portati ad essere quello che siamo oggi. Solo nella specie umana, infatti, è accaduto che gli anziani andassero alla ricerca del cibo per i più piccoli, mentre in tutte le altre specie animali proprio questi ultimi si procacciavano il cibo autonomamente appena dopo lo svezzamento.
Proprio la ricerca dei cibo per i piccoli umani, insomma, ha spinto le nonne a diventare protagoniste: nell’era in cui gli anticoncezionali ovviamente non esistevano è infatti difficile immaginare che fossero le mamme, impegnate nella cura dei nuovi nascituri, a procurare da mangiare per i primogeniti. Le nonne, invece, che avevano già abbandonato l’età fertile e raggiunto la pace dei sensi, avevano tutto il tempo di dedicarsi alla cura dei nipoti.
Cosa aspettarsi, allora, oggi, dato che il ruolo dei nonni e delle nonne è sempre più centrale nella società? I nonni di oggi vivono più a lungo, si curano di più e sono molto più propensi (età pensionabile permettendo) a passare la loro ultima fase della vita in compagnia dei nipotini, diventando per loro un punto di riferimento imprescindibile. A tutto questo seguirà un’importante evoluzione antropologica? Cambierà il nostro cervello? Cambieranno i nostri comportamenti? Lo scopriremo solo tra qualche migliaio di anni.