Ha tutti i sintomi di un jetlag ma senza un viaggio per lo mezzo. Si accompagna all’aggettivo “sociale” e indica la discrepanza tra i propri ritmi naturali e quelli imposti dalla vita quotidiana. Sbalzi d’umore, fisico spossato e difficoltà a prendere sonno. E non solo. Il jetlag sociale provoca anche obesità.
Lo rivela uno studio di Till Roenneberg dell’Università di Monaco, pubblicato su Current Biology.
Lo studio, durato 10 anni, ha prodotto una sorta di mappa del sonno, dimostrando che un terzo della popolazione soffre di jetlag sociale di due o più ore, mentre per il 69% è di almeno un’ora. Quanto più il divario si fa ampio, tanto più il rischio di sovrappeso e di malattie metaboliche subisce un aumento.
Quello che non tutti sanno è che ad ogni persona è associato un “cronotipo“, ossia un orologio interno che controlla il ritmo sonno-veglia. Se questo non viene rispettato da quello “sociale”, il danno è assicurato. Come se non bastasse, anche la luce artificiale ci mette il suo: avete presente la scuola o l’ufficio dove la luce è sempre accesa? Bene, essa non fa altro che sballare l’orologio biologico e i ritmi cicardiani.
Risultato? In pochi seguono ormai i ritmi naturali del corpo che sarebbero scanditi solo dal sorgere e dal tramontare del sole.