La paura di viaggiare è più comune di quanto possiamo pensare. Con l’arrivo dell’estate e del momento delle vacanze molte persone potrebbero rinunciare a partire per via del loro timore di mettersi in viaggio. Si tratta di un disturbo associato all’agorafobia, che può portare ad evitare di salire su treni o aerei, recarsi al ristorante, mettersi in coda per i biglietti e tutte le situazioni tipiche di un viaggio.
L’agorafobia non indica più soltanto un generico timore degli spazi aperti, come spiega Giovanni Andrea Fava, professore di Terapia psicologica e psicofisiologia all’Università di Bologna, bensì tutte le situazioni in cui si ha la sensazione di poter restare intrappolati. Il disturbo più frequente in simili casi è dato dall’ansia anticipatoria, una vera e propria paura della paura.
A soffrire della paura di viaggiare sono soprattutto le donne. Il primo attacco di panico o di ansia può scatenarsi all’improvviso, senza particolari segnali di avvertimento. In seguito i soggetti colpiti cercheranno di evitare le situazioni scatenanti. Vi può essere una sensazione di malessere che si presenta prima di compiere ciò che si teme, come frequentare luoghi affollati o mettersi in coda.
Gli attacchi di panico possono giungere, ad esempio, quando ci si trova alla guida in autostrada, oppure attraversando un ponte o un tunnel. Giramenti di testa, mancanza di respiro e palpitazioni possono essere alcuni dei segnali fisici con cui l’ansia si manifesta. Coloro che soffrono di paura di viaggiare cercheranno di evitare il più possibile le situazioni spiacevoli e di giustificare le proprie rinunce con spiegazioni razionali.
Come spiega l’esperto, nei soggetti che soffrono di attacchi di panico il malessere si può manifestare anche in situazioni non pericolose, come il viaggio. In queste persone vi sono delle alterazioni specifiche a livello del sistema nervoso, ad esempio con riferimento al locus ceruleus, da cui partono le proiezioni nervose dirette al cervelletto.
Così sorgono tremori e attacchi di panico. Altri segnali nervosi agiscono portando ad un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, conducendo alla tachicardia. È bene ricordare che gli attacchi di panico sono una condizione reversibile che può essere affrontata e risolta, ad esempio, con la psicoterapia. Supporto psicologico, esercizi di rilassamento e meditazione possono essere d’aiuto.
Può esservi d’aiuto leggere il nostro articolo “attacchi di panico: 3 dritte per dominarli“.