rapporto genitori figli

Come vivere senza ansia il rapporto genitore figlio?

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Come crescere bene i nostri figli? Domanda da un milione di dollari. Nessuna persona che diventi genitore sa, nel proprio intimo, come si svolga esattamente questo ruolo. Forse perché la parola esattamente non rientra nel lessico che riguarda il rapporto genitori figli.

Non c’è nulla di rigoroso, non c’è alcuna scienza esatta. I figli, nella maggioranza delle volte, crescono come siamo cresciuti noi, col bagaglio culturale che ci portiamo appresso. E in più crescono secondo il nostro cuore, questo sì, ma anche e soprattutto secondo il loro istinto.

Il loro istinto, proprio così: quello di essere persone diverse dal genitore. Ed è proprio questo il nocciolo della questione: il rapporto genitori figli non può prescindere da questo miscuglio di cose nuove e sentimenti diversi e comportamenti che, all’apparenza, non avrebbero un senso. Il senso ce l’hanno eccome, e hanno pure quel motore che li trascina lontano verso una visione nuova, ma sempre ancorata al proprio nido.

Difficile a spiegarsi: essere figli /genitori/figli chiude il cerchio che si chiama vita e fa ritorno alla famiglia come tana dove ripararsi.

Ciò vuol dire che nessuno, ma proprio nessuno, può dimenticare come era da piccolo e da adolescente: la spensieratezza, le gioie incontenibili, il gioco, e poi le prime ansie, gli impulsi, i problemi a scuola, la sensazione di non essere compresi dagli adulti.

Perché per un genitore è così complicato richiamare alla mente queste sensazioni per andare più incontro alle necessità di quegli individui che hanno messo al mondo? Semplice, perché quando si diventa genitori ci si fa carico di una serie infinita di responsabilità: lo sto educando bene? Gli faccio mancare qualcosa? Lo sto viziando?

Per paura di sbagliare, di viziare, automaticamente i “no” diventano più frequenti dei “si” e agli occhi dei nostri figli diventiamo uno scoglio. Il clima in famiglia diventa difficile e i muri alzati nel periodo dell’adolescenza scatenano un processo che potrebbe diventare distruttivo.

Insomma, una volta diventati genitori, si diventa anche “artifici” di un mondo nuovo da curare e accudire. Chi non vorrebbe veder crescere i propri figli in base a determinati valori o principi e, soprattutto, senza intoppi? Una strada lastricata di buone intenzioni che, però, inevitabilmente troveranno terreni di scontro e confronti accesi. Sono troppo severo? Sono troppo accondiscendente? La risposta, miei cari, è una: non lo saprete mai!

Quel che è certo è che i figli avrebbero bisogno di una (semplice) guida, che sia autorevole più che autoritaria. Sono oramai anni che è cambiato il modo di vedere le cose e che i pedagogisti cercano il percorso giusto per una crescita dei bambini che sia armonica e felice.

“Dall’infanzia alla pubertà, lo sforzo dovrebbe essere la capacità di riuscire a intuire, di volta in volta, le nuove e diverse esigenze dei nostri figli e riuscire a soddisfarle insieme. Un comportamento adeguato da parte del genitore alle esigenze specifiche dell’età del figlio, produrrà unicamente effetti a catena positivi”.

Come vivere senza ansia il rapporto genitore figlio?

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Elogi e abbracci

Cominciate sin dalla loro tenera età. No a severi castighi severi e sì agli abbracci e agli elogi per rinsaldare il rapporto. Il difficile compito del genitore non dovrebbe essere quello di “attaccarsi” soltanto ai comportamenti dei figli ritenuti scorretti, ma soprattutto alle loro azioni e alle loro abitudini positive, elogiandoli e incoraggiandoli. Se sarà necessario intervenire con un castigo o una punizione, comunque non dovrà mai essere violenta o privativa.

Secondo i pedagogisti, le punizioni severe non servono poiché contribuiscono ad aumentare l’aggressività. “Date il buon esempio” è la regola chiave: non urlate se volete che vostro figlio non urli, dite grazie ad ogni cosa se volete che lui faccia lo stesso.

Leggi anche: Figli: elogi e abbracci meglio dei castighi

Poche regole chiare

Non una marea di cose da non fare, bensì un elenco di cose “da fare”. Come: “rendere splendida la propria cameretta”, “rispondere con gentilezza”. E siate soprattutto coerenti per farle rispettare senza eccezioni.

Parlate e rendeteli partecipi

In modo tale che si sentano coinvolti, considerati e trattati alla pari di tutta la famiglia. Spiegate loro ogni cosa e guardateli negli occhi abbassandovi alla loro altezza.

Adolescenza quante difficoltà!

Il ragazzino che abbiamo messo al mondo sentirà sempre di più il suo bisogno di autonomia e autostima, si sentirà criticato e spesso di cattivo umore e avrà in atto una serie di cambiamenti fisici e psicologici non di poco conto. Che fare? Ascoltateli fin nel loro profondo, non siate ossessivi ponendo sempre le stesse domande quotidianamente, date loro tanta ma tanta fiducia, supportateli nelle loro passioni, spronateli se necessario e non sminuiteli mai. E, soprattutto, ancora una volta, date il buon esempio, e amateli per quello che hanno deciso di essere.

Affetto, disponibilità, consapevolezza, dedizione e cura

Non devono mancare mai, ad ogni fase, ad ogni intoppo, ad ogni momento triste e ad ogni fase felice. La famiglia sta lì e i giovani dovranno trovare in essa, sempre, un punto di riferimento certo.

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