Curiosi di tutto il mondo tremate!!! Onnivori dell’informazioni correte ai ripari, se potete! Alcuni medici americani dell’Università della California, hanno portato a termine una ricerca che mette sotto accusa il bombardamento mediatico, individuandolo quale responsabile della diminuzione della nostra capacità di concentrazione.
Le ragioni del disastro cognitivo risiederebbero nell’autentica valanga di informazioni, costituite da oltre 100.000 parole, che ogni giorno il nostro cervello è costretto a gestire. Le fonti informative si sono spaventosamente moltiplicate nel corso degli ultimi anni; A giornali, televisione, radio e cinema si sono aggiunti internet, cellulari e videogiochi. Una mole di lavoro difficilmente gestibile dal nostro cervello, che per via dell’affaticamento sarebbe costretto a peggiorare le sue prestazioni.
A confermare l’ipotesi uno dei più stimati neurologi britannici, la dottoressa Susan Greenfield che ha già condotto uno studio sulla possibilità che i social network possano avere degli effetti negativi, in particolare sul cervello dei bambini, riducendo la loro capacità di attenzione e ostacolando l’apprendimento. Il dott. Bohn, membro dell’equipe ha così commentato: “Penso che una cosa è chiara: la nostra attenzione viene divisa a intervalli più brevi e questo probabilmente non è buono per pensare a cose più profonde”.
Ma ha risollevarci l’animo con una conclusiva ventata di ottimismo è Colin Blakemore, neuroscienziato presso la Oxford University, secondo il quale “il cervello può crescere e aumentare di dimensione a seconda di come viene utilizzato. L’occuparsi di queste nuove informazioni provocherà forse la nascita di nuove cellule nervose“.
Della serie non tutto è perduto!!! Forse riusciremo a non istupidirci completamente, e per concludere nessuna frase mi sembra più appropriata, del motto socratico “So di non sapere“. Ma Socrate, da chi era stato informato?
Manuela Marino