Se il pilota di un volo con 147 passeggeri si ricorda di atterrare 150 miglia dopo aver superato l’aeroporto e lo fa solo perché un membro del personale di bordo glielo suggerisce, vuol dire che dev’esserci qualche problema. Volete sapete qual è stato il problema?
Ebbene, il pilota stava litigando con il copilota!
Questa incredibile storia (vera!) è accaduta sul volo da San Diego a Minneapolis ed è stato l’episodio che ha spinto la dott.ssa Rhona Flin, psicologa dell’Aberdeen University (Gran Bretagna), ad indagare l’incidenza che la maleducazione e la scortesia hanno sulle performance lavorative.
Lo studio ha dimostrato che il grado di concentrazione e di attenzione degli esseri umani è fortemente guidato dalle emozioni. La ricerca – pubblicata sul British Medical Journal – ha coinvolto due classi di studenti, entrambe invitate a svolgere lo stesso compito di memoria.
Il primo gruppo di studenti ha svolto l’esercizio mentre il docente incaricato di presiedere al compito li insultava sgarbatamente. Il secondo gruppo – detto “di controllo” – ha, invece, lavorato in un ambiente sereno e armonioso. I risultati hanno mostrato che gli studenti costretti a lavorare con il docente che inveiva contro di loro hanno reso decisamente meno rispetto agli altri.
I ricercatori fanno notare che il problema si pone in maniera più delicata quando si parla di disaccordi e screzi in ambiente sanitario: in questo caso diventerebbero addirittura pericolosi, perché potrebbero influire sulla capacità di realizzare interventi chirurgici o di eseguire cure per i pazienti che, per definizione, necessitano di particolare attenzione e concentrazione.
Atteggiamenti scortesi, colleghi maleducati e la rabbia che ne consegue interessano circa 1 lavoratore su 10, il che ci porta a riflettere sul fatto che il danno non è irrilevante. Qualche suggerimento su come arginare il problema?
Silvia Pluchinotta