sogni

Fase REM: gli occhi si muovono perché guardano i sogni

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

La fase REM del sonno è una delle più affascinanti e delle più studiate, poichè riguarda il momento in cui si sogna in modo più intenso. Il suo nome, REM appunto, è legato al movimento degli occhi (Rapid Eyes Movement), molto veloce.

Fino a qualche tempo fa, il mondo scientifico non era in grado di spiegare con certezza il perché di un movimento così rapido, ma secondo uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Brain, l’occhio si muove perché segue le scene del sogno come se fossero vere.

A tale conclusione sono giunti alcuni ricercatori dell’ospedale Pitié-Salpetriere di Parigi. Dopo aver studiato alcuni pazienti affetti da un particolare disordine del sonno REM, hanno notato che durante questa fase essi non avevano la temporanea immobilità che si ha normalmente, ma invece riproducevano con il corpo i gesti fatti nel sogno.

Ma come è stato condotto lo studio? Gli studiosi hanno monitorato il sonno di 56 soggetti affetti dal disturbo, insieme a 17 persone sane. Registrando i loro movimenti oculari attraverso speciali elettrodi e riprendendo il loro comportaento con delle telecamere, i ricercatori hanno notato che gli occhi si muovono allo stesso modo nei due gruppi, ma dal confronto tra i movimenti oculari e corporei dei soggetti malati, è emersa una corrispondenza nel 90% dei casi.

L’idea sarebbe venuta ai ricercatori guardando il video di un ex fumatore che sognava di fumare una sigaretta con movimenti che riproducevano esattamente il gesto del fumare.

Isabelle Arnulf, uno degli autori dello studio, ha spiegato: ”Questa patologia è una vera e propria finestra sui sogni. Se questi soggetti sognano di tirare calci, saltare, colpire qualcosa, automaticamente il loro corpo lo fa. È come avere i sottotitoli’‘.

Francesca Mancuso

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.