tubercolosi

Tubercolosi, hai uno di questi sintomi? Sei un soggetto a rischio?

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La Tubercolosi, detta anche Tisi e in sigla TBC, è una malattia infettiva potenzialmente grave causata da micobatteri, nello specifico dal mycobacterium tuberculosis, noto come Bacillo di Koch. Interessa maggiormente i polmoni (TBC polmonare), ma può colpire anche l’apparato circolatorio, il sistema nervoso centrale, il sistema linfatico, l’apparato uro-genitale; ed ancora l’intestino, le ossa, i reni, le tonsille, il fegato, l’esofago, i vasi sanguigni e perfino la cute.

Tubercolosi: sintomi

La tubercolosi è una malattia e può essere contratta da persone di tutte le età, stato sociale e nazionalità e può colpire anche gli animali, specie quelli d’allevamento.

Diversamente da altre patologie infettive, non ha un periodo di incubazione specifico: solitamente, dopo il contatto con il bacillo, il sistema immunitario riesce a contenere l’infezione eliminando i batteri. Alcuni di questi batteri però, possono restare latenti nel corpo per lunghi periodi fin quando un indebolimento delle difese immunitarie dell’organismo dà loro l’opportunità di moltiplicarsi e provocare le manifestazioni tipiche della tisi.

Per questo motivo i medici distinguono la malattia in:

  • TBC latente: è in atto un’infezione da tubercolosi, ma i batteri nel corpo sono inattivi e non causano sintomi. La TBC latente, chiamata anche tubercolosi inattiva o infezione da tubercolosi, non è contagiosa, ma può trasformarsi in TBC attiva.
  • TBC attiva: questa condizione fa ammalare e, nella maggior parte dei casi, può contagiare gli altri. È difficile da diagnosticare poiché può verificarsi anche settimane o anni dopo l’infezione.

La sintomatologia generale include febbre (soprattutto serale), pallore, brividi, sudorazione notturna, stanchezza facile, scarso appetito e perdita di peso.

In caso di tubercolosi polmonare si presentano, invece, sintomi più specifici: dolori al torace, tosse persistente (della durata maggiore a tre settimane) e perfino emissione orale di sangue.

I sintomi della tubercolosi attiva

  • Tosse che persiste da tre o più settimane con emissione di sangue o muco
  • Dolore al petto, mentre si respira o quando si tossisce
  • Perdita di peso involontaria
  • Perdita di appetito
  • Febbre
  • Pallore
  • Brividi
  • Sudorazioni notturne
  • Affaticamento

L’infezione, però, può diffondersi dai polmoni ad altri organi causando diversi tipi di TBC. Questi diversi tipi presentano sintomi differenti a seconda della parte del corpo colpita, del micobatterio scatenante e del modo in cui reagisce il sistema immunitario.

In caso di infezione ai reni, ad esempio, è possibile che si verifichi anemia e sangue nelle urine; la tubercolosi della colonna vertebrale potrebbe causare mal di schiena; nelle infezioni intestinali si possono avere reflusso gastro-esofageo, megacolon, stenosi intestinale, ernia iatale, stipsi e altri sintomi cardiaci e respiratori.

Attenzione a questa ultima forma di TBC, poiché è spesso confusa e trattata come morbo di Crohn, celiachia o intolleranze alimentari.

Nonostante la TBC extra polmonare non sia affatto contagiosa può coesistere con la TBC polmonare che invece lo è se in una fase attiva.

I dati statistici ed epidemiologici indicano che più del 90% delle persone che hanno contratto l’infezione tubercolare non svilupperanno mai la malattia; nel rimanente 10%, l’infezione può evolversi in patologia nel giro di qualche settimana così come molti anni dopo il contagio. Le persone immunosoppresse o i bambini piccoli possono essere maggiormente soggetti a sviluppare la malattia attiva.

Tubercolosi: come si trasmette?

La tubercolosi si trasmette per via aerea attraverso il contatto della saliva di persone infette, espulsa tramite starnuto, tosse, ma anche semplicemente mentre si parla. Solo in caso di TBC renale il batterio può trasmettersi attraverso le urine.

Raramente la trasmissione avviene da madre a figlio durante la gravidanza o attraverso l’apparato gastrointestinale o le mucose.

Quindi le persone maggiormente esposte al contagio sono quelle che hanno contatti prolungati e frequenti con malati di tubercolosi.

Altri soggetti a rischio includono persone che vivono in aree in cui la TBC è molto diffusa, persone che si iniettano sostanze utilizzando aghi non disinfettati, residenti ed impiegati in luoghi di raduno ad alto rischio, pazienti affetti da malattie come l’AIDS, persone che prendono farmaci immunosoppressori e personale di assistenza sanitaria che trattano pazienti di questo tipo.

La TBC può essere trasmessa anche dall’ingestione di carne o latte bovino se il bestiame è infetto da tubercolosi.

La trasmissione può avvenire solamente da persone con TBC attiva. La catena di trasmissione può quindi essere interrotta isolando pazienti con la malattia attiva e iniziando un’efficace cura anti-tubercolare.

Dopo due settimane di trattamento, le persone con tubercolosi attiva non resistente cessano di essere contagiosi.

Se qualcuno viene infettato, saranno necessari almeno 21 giorni, o 3-4 settimane prima che questo possa trasmettere la propria malattia agli altri.

Quali sono i soggetti più a rischio?

  • Chi ha il sistema immunitario indebolito
    • HIV/AIDS
    • Diabete
    • Grave malattia renale
    • Alcuni tipi di cancro
    • Trattamento del cancro, come la chemioterapia
    • Farmaci per prevenire il rigetto degli organi trapiantati
    • Alcuni farmaci usati per trattare l’artrite reumatoide, il morbo di Crohn e la psoriasi
    • Malnutrizione o basso peso corporeo
    • giovane età o età avanzata
  • Chi lavora nella sanità
    • I lavoratori nell’assistenza sanitaria che curano pazienti ad alto rischio di tubercolosi
  • Chi fa uso di sostanze
    • uso di farmaci per via endovenosa
    • uso eccessivo di alcol
  • Chi fa uso del tabacco
  • Chi viaggia o vive in determinate zone dove la tubercolosi è comune
    • Africa
    • Asia
    • Europa orientale
    • Russia
    • America Latina
  • Chi vivere o lavora in una struttura di assistenza residenziale
    • in aree dove la tubercolosi è comune, come carceri o case di cura;
  • Chi vive con qualcuno infetto
    • Persone che sono a stretto contatto con individui infetti
    • I bambini esposti ad adulti a rischio di TBC

Tubercolosi: come si diagnostica?

La tubercolosi può essere una malattia difficile da diagnosticare.

Come prima cosa il medico provvede a fare una visita accurata per accertarsi dello stato di salute generale, anche alla luce della storia medica del paziente.

Dopo fatto ciò, si potrà ricorrere al test cutaneo, lo strumento diagnostico più comunemente usato. Ne esistono di due tipi: il test Mantoux ed il test della Tubercolina. Qualora l’esito dei test risultasse positivo si procederebbe ad effettuare altri esami specifici per capire se lo stato della malattia è attivo oppure no.

Qualora necessario si passa ad esami più specifici, come la radiografia del torace, che può essere sostituita dalla tac – più dettagliata – e la broncoscopia. Se anche questi esami confermassero la positività si procederebbe con l’esame dell’espettorato (catarro). La conferma dei sospetti comunque può essere ottenuta attraverso gli esami ematochimici.

Una volta ottenuta la certezza della diagnosi, si dovrà procedere con il ricovero ospedaliero del paziente che sarà isolato e sottoposto al trattamento farmacologico adeguato.

Tubercolosi: come si cura?

Per la cura della Tubercolosi sono fondamentali i farmaci antibiotici, in grado di guarire completamente questa malattia, potenzialmente anche mortale.

Purtroppo, molti ceppi di tubercolosi sono diventati resistenti agli antibiotici e quindi resistente anche ai farmaci antitubercolari. In questi casi si parla di tubercolosi multifarmaco-resistente (MDR-TB)

Il trattamento antibiotico, diversamente da altre infezioni batteriche, deve essere protratto per periodi lunghi che vanno dai 6 ai 12 mesi. Questo ha lo scopo di eliminare completamente i micobatteri dall’organismo.

È facile intuire, quindi, come una terapia del genere, anche così prolungata, porti con se importanti rischi: l’utilizzo combinato di questi due farmaci, ad esempio, potrebbe danneggiare, anche in maniera irreparabile, le cellule epatiche.

Inoltre, le persone con tubercolosi attiva devono assumere molti tipi di farmaci per mesi per eliminare l’infezione e prevenire la resistenza agli antibiotici.

Fonte: mayoclinic.org

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Appassionato di musica, cinema, tecnologia e motori. Laureato in scienze della comunicazione. Mi piace soprattutto mangiare, cucinare e scrivere dell'universo femminile