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Spending review: la ricetta dei medici

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Per fare cassa e ridurre la spesa esistono molte altre possibilità“, non certo solo quella di tagliare fondi al settore sanitario. È la denuncia della Cosmed, la Confederazione sindacale dei Medici e dirigenti, che attacca duramente la politica tesa a “salvaguardare privilegi e rendite di posizione“.

Come scongiurare la morte del sistema sanitario pubblico? Per esempio “fermare l’acquisto di armamenti costosissimi come gli aerei F35“, si legge in una nota della confederazione sindacale e “incidere più duramente su auto blu e autisti dedicati alla politica ed alla rappresentanza delle aziende sanitarie“. E ancora: “Tagliare in maniera sostanziale i costi della politica a cominciare dalle 30.000 poltrone delle società partecipate dagli enti locali“. In più, andrebbe operata una riduzione della durata dei corsi di specializzazione medica che sono i più lunghi d’Europa (6 anni per le specialità chirurgiche e 5 per quelle mediche) e ritardano l’accesso al lavoro di migliaia di giovani medici.

E infine, quando al principio di equità, “perché il contributo di solidarietà del 5% sopra i 90.000 euro è pagato solo da i dipendenti pubblici e pensionati? Perché si tassano con la stessa aliquota i pochi risparmi di pensionati e lavoratori e i grandi patrimoni di banche e speculatori? Perché le donne del pubblico impiego devono andare in pensione dopo quelle del settore privato, salvo poi ricorrere a deroghe ad hoc per alcuni settori come nella spending review? Perché non si consente al pubblico impiego l’uscita anticipata, come per i privati, per la classe 1952? Perché si vuole rischiare una nuova ondata di esodati nel pubblico impiego invece di correggere regole pensionistiche assurde, discriminatorie, antieconomiche e penalizzanti? Perché si continua a lasciare nell’incertezza migliaia di precari malgrado gli impegni assunti? La risposta è semplice – conclude la nota – è più facile colpire i servizi sociali per i cittadini che le sacche di rendite parassitarie che continuano a prosperare alla faccia degli italiani travolti dalla crisi“.

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