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Hamburger artificiale: staminali contro la fame nel mondo?

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Hamburger artificiale, quanti di noi sarebbero disposti ad assaggiarlo? L’invenzione viene descritta come il primo hamburger di carne prodotto senza carne. L’hamburger artificiale è nato da un esperimento condotto in Olanda da parte dei ricercatori dell’Università di Maastricht, che hanno lavorato sotto la guida del professor Mark Post.

Sono numerose le questioni etiche e scientifiche che si aprono in merito all’hamburger artificiale. I sostenitori del nuovo alimento lo promuovono affermando che la sua produzione potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo, eliminando la presenza degli allevamenti intensivi.

Non si tratta però di un alimento a base vegetale, ma di un prodotto artificiale, costruito in laboratorio, proprio come indica la sua principale definizione. L’hamburger artificiale è stato ottenuto prelevando le cellule staminali di una mucca, che non è stata macellata, come invece avverrebbe nella normale produzione della carne bovina utilizzata per la comune produzione di hamburger.

Al momento l’alimento avrebbe costi esorbitanti, pari a decine di migliaia di dollari. Nessuno potrebbe permettersi di acquistarlo o di assaggiarlo. Il primo assaggio sperimentale dovrebbe avvenire il prossimo 5 agosto. È altamente improbabile che un hamburger ottenuto da cellule staminali bovine possa risolvere il problema della fame del mondo.

Se, da una parte, è vero che gli allevamenti intensivi sottraggono terreni per la produzione di cereali e legumi che potrebbero essere destinati all’alimentazione umana anziché alla produzione di mangimi, è altrettanto vero che non è necessario ricorrere ad un hamburger artificiale, sempre e comunque di derivazione animale, per risolvere il problema della fame del mondo.

Per garantire il nostro fabbisogno quotidiano di proteine non abbiamo infatti bisogno di ricorrere alla carne vera e propria, né ai derivati animali, tantomeno ad un hamburger creato in laboratorio. È infatti sufficiente basare la propria dieta sul consumo di legumi e di cereali integrali, a cui aggiungere semi, frutta secca, frutta fresca e verdura. Avremo così a disposizione tutti gli amminoacidi necessari al nostro corpo per la produzione delle proteine. La rivoluzione dovrebbe dunque prendere piede dal miglioramento del sistema agricolo e da una distribuzione delle risorse alimentari più equa.

Gli italiani sarebbero scettici di fronte alla nuova invenzione, almeno secondo quanto comunicato da parte della Coldiretti. 3 italiani su 4, infatti, non assaggerebbero o mangerebbero mai un hamburger artificiale, nemmeno se fosse uno chef famoso a cucinarlo. Il futuro della nostra alimentazione dovrebbe essere incentrato su cibi sempre più naturali, al di là dei – discutibili – progressi della scienza.

Marta Albè

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Life Coach, insegnante di Yoga e meditazione. Autrice del libro “La mia casa ecopulita” edito da Gribaudo - Feltrinelli editore.