In vista della VI Conferenza mondiale IAS che si svolgerà a Roma dal 17 al 20 luglio, le 13 principali associazioni italiane che insieme all’Istituto superiore di sanità hanno promosso il Forum della società civile Hiv/Aids fanno il punto della situazione.
Più di 34 milioni i sieropositivi nel mondo e 7 mila i nuovi casi ogni giorno. I più vulnerabili sono donne e bambini soprattutto dell’Africa sub sahariana, dove, per fortuna,
“grazie ai finanziamenti internazionali per la prima volta nel 2009 i servizi di prevenzione hanno raggiunto una donna su due; è appena iniziata la stabilizzazione che non è affatto consolidata soprattutto nei paesi privi di servizi sanitari”,
spiega Stefania Burdo dell’Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids.
Intanto, quanto agli aiuti, il rischio è la totale scomparsa dell’Italia dalla cooperazione mondiale nella lotta all’Aids. Il governo, infatti, ancora non ha ancora comunicato un piano di rientro per i finanziamenti 2009 e 2010 di 260 milioni di euro, e dei 30 milioni di dollari addizionali promessi nel 2009 al G8 dell’Aquila.
Una cura ancora non c’è e non c’è nemmeno un eguale accesso alle terapie, mentre sono all’ordine del giorno discriminazioni e violazioni della privacy. È per questo che il Forum della società civile Italiana Hiv/AIDS ha redatto la “Dichiarazione di Roma“, nella quale si ribadiscono al governo le azioni più urgenti, in primis riprendere a investire nella ricerca, tornare a finanziare il Global Fund e adeguare i servizi sanitari regionali alle linee guida elaborate dalla Commissione nazionale Aids.