33,3 milioni di persone al mondo sono colpite dal virus dell’HIV. Triste il bilancio stilato dall’Unicef in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’Aids, in corso oggi 1° dicembre in tutto il mondo.
Ogni anno, secondo lo studio “Bambini e Aids: quinto rapporto di aggiornamento” realizzato dall’Unicef con Oms, Unfpa, Unesco e Unaids, si registrano 2,6 milioni di nuovi casi e 1,8 milioni i decessi.
L’epicentro del contagio si trova nei paesi dell’Africa, dove ogni giorno oltre 1000 bambini nascono con l’HIV, e metà di loro non ha la fortuna di arrivare a due anni. Le cause di queste silente strage sono facilmente intuibili: povertà e analfabetismo. Inoltre, secondo l’Unicef solo la metà delle donne incinte sieropositive nei paesi in via di sviluppo riesce ad ottenere i farmaci necessari per proteggere il feto dal virus.
“Per ottenere l’obiettivo di una generazione libera dall’AIDS dobbiamo fare di più per raggiungere le comunità più colpite. Ogni giorno, circa 1.000 bambini in Africa sub-sahariana contraggono l’HIV attraverso la trasmissione da madre a figlio”
ha confermato Anthony Lake, Direttore generale dell’Unicef.
Secondo il rapporto, nei paesi a basso e medio reddito, nel 2009 il 53% delle donne in gravidanza sieropositive ha ricevuto farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione da madre a figlio dell’HIV, rispetto al 45% registrato nel 2008. Un numero in crescita, ma ancora non sufficiente. È andata meglio nei paesi dell’Africa orientale e meridionale, dove tale percentuale è salita di 10 punti, dal 58% del 2008 al 68% del 2009.
Ma ancora non basta, se si considera che nell’Africa Sub-sahariana il 9% della mortalità materna è riconducibile all’HIV e Aids.
Oltre alla diffusione dei farmaci antiretrovirali, i risultati positivi sono legati alle nuove politiche sanitarie di 56 pasi, 34 dei quali della zona meridionale dell’Africa, che hanno portato ad un calo del 25% dell’incidenza dell’Aids. Gli stati dove si sono ottenuti i risultati migliori sono stati Etiopia, Sudafrica, Zambia e Zimbabwe. Tuttavia in 9 paesi, tutti nell’Africa meridionale, circa un ragazzo su 20 è sieropositivo.
In Italia, secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute e forniti dal Centro operativo AIDS dell’Iss, le nuove infezioni sono circa 4 mila ogni anno e le persone sieropositive sono circa 150 mila. Di esse 22 mila hanno l’Aids. Il virus dell’HIV colpisce una persona ogni due ore, ma al contrario il numero delle persone con l’AIDS conclamato si è ridotto. Va aggiunto inoltre che chi contrae l’infezione è straniero in 2 casi su 3.
È aumentata anche l’età media in cui si contrae l’infezione, salita a 39 anni per gli uomini e 35 per le donne. Gli eterosessuali sono i più colpiti (65,4%) e il 25,3% non presenta fattori di rischio. Tuttavia, secondo i dati, rispetto a 15 anni fa nel nostro Paese si ammalano 4 mila persone in meno. Enrico Garaci, presidente dell’Iss, invita a non sottovalutare tale cifra:
“Non è un risultato da poco perché é frutto della ricerca. ma anche dell’accesso ai farmaci garantito dal nostro Servizio sanitario nazionale”.
“Il dovere dei politici e degli scienziati – continua Garaci -è pensare all’eradicazione del virus HIV e insieme non abbassare la guardia“.