La lotta all’Aids potrebbe giungere ad una svolta grazie ad una terapia che si rivolge alla funzione di un gene nell’arrestare la moltiplicazione del virus HIV. Non più terapie farmacologiche per cercare di tenere sotto controllo la malattia, o vaccini non ancora sufficientemente efficaci, ma il ricorso ad un gene in grado di impedire al virus dell’AIDS di distruggere il sistema immunitario.
Le ricerche in proposito si sono svolte da due anni a questa parte all’interno dell’Università di Padova. Ora tutto sarebbe pronto per dare inizio ad una collaborazione tra l’università veneta e Parigi, città in cui sono già stati selezionati i primi pazienti sui quali procedere alla sperimentazione della terapia.
In merito si utilizzerà un approccio combinato, che prevede da una parte il ricorso alle cellule staminali, dall’altra l’utilizzo di geni mutati in laboratorio che possano essere in grado di arrestare l’avanzata del virus HIV. Pioniera della terapia genica è Maria Cavazzana Calvo, che sarà in prima linea insieme alla microbiologa Cristina Parolin per quanto concerne la nuova terapia.
Il funzionamento della terapia è stato verificato in laboratorio. Ora la speranza degli esperti è che un gene modificato in laboratorio, su imitazione del gene di un donatore di midollo portatore di una mutazione genetica in grado di rendere le cellule dei pazienti affetti da AIDS impermeabili all’HIV, possa rivelarsi efficace nel contrastare lo sviluppo della malattia.
Marta Albè