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Cosa provocano le apnee notturne

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Può l’apnea notturna collegarsi al rischio di mortalità per cancro? Pare, inverosimilmente, di sì.

Lo affermano i ricercatori del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università del Wisconsin in una ricerca pubblicata sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.

L’apnea notturna è la più frequente forma di disturbo respiratorio del sonno e si caratterizza per un vero e proprio collasso delle vie aeree superiori e per episodi ciclici di chiusura parziale dell’ipofaringe con successivi sforzi inspiratori per riaprire il passaggio dell’aria. Da sempre associata ad un alto rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari, depressione e perfino morte prematura, ora questo studio americano dimostrerebbe anche un’incidenza di morte per cancro 5 volte più alta nelle persone affette proprio da SDB (sleep-disordered breathing).

È ancora presto per dire che i disturbi respiratori nel sonno provochino il cancro o contribuiscano al suo sviluppo, ma gli studi sugli animali hanno dimostrato che l’ipossia intermittente (ovvero un inadeguato apporto di ossigeno), che caratterizza l’apnea del sonno, promuove l’angiogenesi (aumento di crescita vascolare) e lo sviluppo dei tumori“, dichiara F. Javier Nieto, capo del dipartimento di Scienze della Salute alla facoltà di Medicina della University of Wisconsin .

Nieto sottolinea la necessità di ulteriori ricerche in merito anche perché “se il rapporto tra SDB e la mortalità per cancro fosse confermata, la diagnosi e il trattamento dell’apnea notturna nei pazienti affetti da cancro potrebbe essere indicata per prolungarne la sopravvivenza“.

Lo studio è stato presentato all’American Thoracic Society 2012 International Conference di San Francisco.

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