Appendice infiammata? Niente più interventi chirurgici! Una delle operazioni considerate di routine potrebbe essere non necessaria: una nuova terapia di antibiotici può curare l’appendicite senza dover finire sotto i ferri. Un’alternativa sicura e valida alla chirurgia è stata presentata da uno studio del Nottingham Digestive Diseases Centre pubblicato sul British Medical Journal.
I ricercatori hanno analizzato i risultati di quattro studi clinici che hanno coinvolto un totale di 900 pazienti adulti con diagnosi di appendicite acuta non complicata. Di questi, 470 pazienti hanno ricevuto antibiotici, mentre 430 sono stati sottoposti a intervento chirurgico. Risultato? I controlli nel breve e lungo termine hanno dimostrato che le persone trattate con i medicinali hanno fatto registrare un successo del 63% a distanza di un anno dall’inizio del trattamento e una riduzione di complicanze del 31% rispetto a quelle conseguenti alla chirurgia.
“Il ruolo degli antibiotici – spiegano i ricercatori – nell’appendicite acuta non complicata è stato trascurato, basandosi principalmente sulla tradizione piuttosto che sulle prove. Suggeriamo quindi di iniziare a considerare l’approccio farmacologico come una possibile alternativa di trattamento dell’appendicite acuta non complicata. Possibilità che, ovviamente, va evitata in presenza di chiari segni di perforazione o di peritonite”.
L’appendicite, ovvero l’infiammazione dell’appendice vermiforme, è uno stato patologico molto frequente che, fino ad oggi, è stato curato con un trattamento chirurgico, conosciuto fin dalla metà dell’800 come tiflite o peritiflite perché erroneamente attribuito al cieco (gr.τυφλός : cieco). Si tratta di una delle malattie più frequenti in assoluto, che colpisce entrambi i sessi a tutte le età, che solo in Italia fa registrare circa 55-60.000 interventi all’anno. Ma, nei casi di irritazione meno grave, si dovrebbe rivalutare la terapia antibiotica, per tanto tempo ignorata a favore dell’operazione chirurgica.
Roberta Ragni