Dopo avervi parlato di Klaira, dell’ormone GnIH e della discussa pillola abortiva RU486, è ora la volta di farvi conoscere l’ultima novità: la pillola “dei cinque giorni dopo”, che, diversamente dalla più conosciuta pillola del giorno dopo, è efficace fino a 120 ore dopo il rapporto sessuale.
Vale la pena di specificare immediatamente che non si tratta di un farmaco contraccettivo: sarà proposto ed eventualmente somministrato – dietro ricetta medica – solo a quelle donne che, avendo già scelto a prescindere di utilizzare un metodo anticoncezionale, siano poi costrette a fronteggiare un’emergenza (avendo per esempio dimenticato di prendere la pillola, o a causa della rottura del preservativo).
Se non si tratta di contraccettivo, si può parlare allora di farmaco abortivo? Non del tutto. Il principio attivo di questo farmaco, cioè l’ulipristar, è un anti-progesterone, che agisce sui meccanismi dell’ovulazione. Il suo compito, in poche parole, è quello di intervenire prima che l’ovulo sia fecondato dallo spermatozoo. L’unica empasse etica riguarda, però, il lungo intervallo di tempo in cui il farmaco potrebbe agire: è possibile, per esempio, che assumendolo il quinto giorno utile, l’ovulazione e la fecondazione possano essere già avvenute, e potrebbe perciò intervenire sull’impianto di un ovulo già fecondato. Un problema, questo, che non si pone con il levonogestrel, ovvero la “pillola del giorno dopo”, ma che si pone invece con il mefepristone, ovvero la Ru486, che è una forma di aborto vero e proprio, in quanto agisce sull’ovulo già fecondato e anche già impiantato.
Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno già avviato da alcuni mesi la commercializzazione di questo nuovo farmaco. Negli Usa, invece, è appena terminata la sperimentazione: uno studio pubblicato sul Journal of Obstetrics and Ginecologics ha confermato che l’ulipristar, somministrato a 1241 donne, ha mostrato un tasso di successo del 97,9%. Gli effetti collaterali segnalati dalle pazienti sono stati principalmente: mal di testa, nausea e dolori addominali.
Fatte queste dovute classificazioni e precisazioni, la domanda nasce spontanea: quando arriverà in Italia questa pillola? Una tempistica definita ancora non c’è, ma sta di fatto che Hra Pharma, la casa farmaceutica francese che tra l’altro produce anche la pillola del giorno dopo, ha già chiesto l’autorizzazione per la vendita di quella che, pare, si chiamerà “EllaOne”.
Staremo a vedere come il nostro Paese accoglierà questa novità, che sicuramente non mancherà di farci discutere. Voi a questo punto avete in mano tutte le informazioni utili: ma la scelta, questo si sa, può essere solo vostra!