Prendersi cura del proprio figliolo e iniziare ad accudirlo con tutto l’amore di cui una madre è capace si può già fare prima della sua nascita.
Se poi si trova un metodo per risolvere anche un problema diffuso tra i bambini malnutriti dei Paesi poveri attraverso una cura somministrata alla madre, allora sì che la ricerca e la sperimentazione di nuove cure hanno uno scopo molto importante.
Ci stiamo riferendo, nello specifico, ad una ricerca della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, diretta dal dottor William Checkley e pubblicata sul New England Journal of Medicine, che ha scoperto che se alle madri, durante la gravidanza, viene fornita vitamina A, la trasferiscono ai figli e ciò aiuta a rendere più potente l’apparato polmonare del nascituro.
Lo studio ha analizzato un gruppo di madri che vivono nelle zone rurali del Nepal e le ha divise in 3 gruppi: ad alcune è stata data vitamina A, ad altre beta-carotene e alle altre un placebo. In seguito alla nascita dei pargoletti, i medici hanno misurato la loro funzionalità polmonare e si è scoperto che i figli delle donne che avevano assunto vitamina A erano dotati di un volume espiratorio massimo nel primo secondo molto superiore e una capacità vitale forzata (cioè il volume totale di aria espulsa in un’espirazione forzata partendo da un’ispirazione massimale) molto maggiore rispetto ai bimbi nati dalle madri alle quali era stato dato il beta-carotene o un placebo.
Il dottor Checkley ci spiega l’importanza di questi dati da usare come base per la prevenzione di numerose morti di bambini nei paesi sottosviluppati: “I figli di madri a cui è stata somministrata la vitamina A prima, durante e dopo la gravidanza avevano funzioni polmonari migliori di circa 40 ml rispetto ai figli le cui madri hanno ricevuto supplementazioni di beta-carotene o placebo. Ciò rappresenta un aumento del 3% circa della funzionalità polmonare. Intervenire con integratori di vitamina A nelle comunità dove la denutrizione è molto diffusa potrebbe avere conseguenze di lunga durata sulla salute dei polmoni“.
I dati che ci riportano gli esperti ci fanno capire come la carenza di vitamina A non sia un fatto isolato. Di fatti, si tratta di un disturbo con cui devono fare i conti circa 190 milioni di bambini in età prescolare in tutto il mondo. Nei casi più gravi si arriva alla cecità ma anche alla morte: ogni anno muoiono circa 650 mila bambini nei primi anni di vita.
Dunque salvaguardiamo la salute dei nostri figli e speriamo che questo studio serva ad incentivare i governi e le organizzazioni umanitarie a finanziare compagne di somministrazione di vitamina A per le donne in gravidanza che abitano nelle aree povere del pianeta. Vale sempre la pena salvare la vita di un bambino!
Lazzaro Langellotti