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La psoriasi si previene con lo sport?

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Prevenire la psoriasi con lo sport è possibile. Lo sostengono gli studiosi del Brigham and Women’s Hospital di Boston che, guidati dalla dermatologa Hillary Frankel, sono partiti dai dati raccolti durante il Nurses’ Health Study II su oltre 85mila donne per arrivare a sostenere che ci vuole un’attività fisica abbastanza intensa per tener lontana questa malattia della pelle.

Nel 1991, anno di inizio dell’indagine, nessuna delle 85mila donne prese a campione aveva la psoriasi. Tutte, inoltre, hanno risposto – nel ’91, nel ’97 e infine nel 2001 – a specifici questionari sull’attività fisica e solo dopo aver registrato, alla fine dello studio, un considerevole numero di nuovi casi di psoriasi, i ricercatori si sono chiesti che un legame ci fosse tra l’insorgenza della malattia e il grado di esercizio fisico svolto.

Ebbene, si aggira intorno al 25/30% in meno la possibilità che si sviluppi una psoriasi per chi “si impegna ogni settimana in un’attività fisica che prevede uno sforzo intenso“, spiega la Frankel. E per attività fisica intensa si intendono “almeno 105 minuti o nuotare o giocare a tennis per almeno un’ora e mezza“.

Non bastano le passeggiate in pratica, ma solo “la corsa, l’esercizio aerobico e la ginnastica a corpo libero“, dice la dermatologa americana. Ma da dove nasce questa correlazione?

Mentre gli studiosi statunitensi ammettono che ci vogliono ulteriori studi, Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica del Policlinico Tor Vergata di Roma, avanza un’ipotesi: “è probabile che l’esercizio fisico riduca le citochine infiammatorie in circolo e quindi lo stato infiammatorio generale. Di certo conta anche l’azione indiretta sullo stress: fare movimento è piacevole e anche rilassante, e allentare la tensione fa senza dubbio bene ai pazienti“.

A tutto sport allora!

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania