L’obiettivo dei ricercatori dell’Università della California era un altro. Volevano cercare uno rimedio ai problemi di digestione.
E, invece, mentre lavoravano su topi da laboratorio affetti da alopecia per il troppo stress, hanno notato come quelle povere cavie avessero perso il pelo a causa degli elevati livelli di corticotropina, ormone chiave nel rapporto con lo stress.
Gli studiosi, coordinati dal dottor Mulugeta Million, hanno così pensato di bloccare la produzione di Crf e inibire i suoi recettori con un peptide chiamato astressin-B. In questo modo, i topi hanno riacquistato una folta paluria.
Spiega Million, “Negli individui calvi, e in questi topi, i follicoli piliferi sono in una fase di riposo. L’antagonista li risveglia. Accende il ciclo e fa ripartire la fase di crescita“.
In conclusione, i ricercatori hanno ipotizzano come la sostanza possa diventare il punto di riferimento in terapie contro l’alopecia, la calvizie e la perdita di capelli dovuta alla chemioterapia.
La ricerca è stata pubblicata su PLoS ONE.
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Germana Carillo