Cancro, il più alto tasso di decessi relativo alla grave malattia interessa gli uomini. La popolazione maschile appare dunque a maggior rischio di morte a causa del cancro rispetto alla popolazione femminile. La spiegazione del fenomeno sarebbe da attribuire agli ormoni maschili, con particolare riferimento al testosterone.
Gli ormoni, secondo quanto riportato da parte di La Stampa, sarebbero in grado di influire sull’aggressività più o meno marcata del cancro. Ad essere maggiormente colpiti dal fenomeno sono gli uomini, proprio a causa dell’azione del testosterone. Ad occuparsi del fenomeno è uno studio recente condotto da parte dei ricercatori statunitensi del Danbury Hospital Research Institute.
I risultati dello studio sono stati pubblicati online da parte della rivista Plos One. La ricerca è stata condotta analizzando oltre 1 milione di casi raccolti all’interno del database National Cancer Institute’s Surveillance, Epidemiology and End Results (SEER). Gli esperti hanno individuato nel testosterone uno dei fattori fondamentali nel determinare l’aggressività di diverse tipologie di cancro.
Lo studio apre la strada alla necessità di considerare maggiormente il sesso del malato nell’affrontare malattie come il cancro, così come da tempo sostenuto da parte della medicina di genere. Potrebbe risultare maggiormente efficace dedicare agli uomini ed alle donne colpiti dal cancro delle cure differenti.
I ricercatori si sono occupati di valutare l’incidenza delle diverse tipologie di cancro sulla popolazione maschile e femminile, oltre che di verificare i tassi di sopravvivenza di uomini e donne, al fine di valutare le differenze di genere. Il rischio di morte a causa del cancro è risultato per gli uomini del 30% superiore rispetto alle donne, con un picco riscontrato all’età di 27 anni.
Il testosterone libero è stato valutato come la variabile fisiologica maggiormente legata all’aumento del rischio di decesso per cancro. Gli esperti indicano come percorribile la possibilità di somministrare una terapia anti-androgena ai giovani pazienti maschi colpiti da un tumore solido, al fine di arginare i rischi correlati alla malattia agendo direttamente sugli ormoni.
Marta Albè