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Ccsvi nella sclerosi multipla: Zamboni chiede risposte

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Subito risposte sulla autorizzazione o meno a studi clinici validi: è quello che qualche giorno fa ha chiesto il professore Zamboni dell’Università di Ferrara, ideatore del nuovo metodo contro la sclerosi multipla, che prevede il trattamento della malattia curando la collegata insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (Ccsvi).§

Quello che teme Zamboni sono speculazioni e usi indebiti del metodo sui malati. “Ho avuto notizia di agenzie di viaggio che organizzano pacchetti ‘tutto compreso’ – spiega il professore intervenuto come ospite ad una tavola rotonda del Partito Radicale – e di cliniche private che all’estero si fanno pagare per usare tecniche completamente inventate vendendole come se fossero il mio metodo. A volte con complicazioni pesanti per i pazienti. Intanto noi è da un anno che non operiamo e non sappiamo cosa stanno facendo i pazienti“.

Zamboni ha per ora concluso due studi sul trattamento endovascolare della Ccsvi come terapia della sclerosi multipla, basandosi sulla presenza di malformazioni anatomiche in alcune vene giugulari che ostacolano il deflusso del sangue dal cervello al cuore e al midollo spinale.

Con l’angioplastica nei pazienti con ccsvi e sclerosi abbiamo osservato una riduzione o scomparsa degli attacchi e dei segni della malattia che si stabilizza, e un piccolo recupero delle prestazioni. Ma non si cura la disabilità“.

Oggi ci sono 3 trial clinici partiti negli Stati Uniti sul metodo Zamboni, e un altro proposto da Zamboni stesso, da condurre su scala più estesa, “di cui si aspetta l’approvazione del comitato etico. Alla politica chiedo di facilitare gli studi sull’applicazione del metodo dentro gli ospedali usando possibilmente la norma sugli studi scientifici no profit, finora mai applicata in Italia“.

Leggi tutti gli articoli sulla Ccsvi.

Leggi tutti gli articoli sulla Sclerosi multipla.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania