A partire dalla prossima settimana all’azienda ospedaliera Sant’Anna di Ferrara e all’ospedale Bellaria di Bologna partirà finalmente, dopo anni di tira e molla, il reclutamento dei pazienti per la sperimentazione del “metodo Zamboni”, finalizzato a valutare l’efficacia clinica della angioplastica venosa in persone con sclerosi multipla, che prende il nome dal medico che l’ha messo a punto, il professor Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara.
Ad annunciarlo è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, durante la seduta di ieri della commissione Politiche per la salute e politiche sociali. La sperimentazione ‘Brave Dreams’, nata per valutare l’efficacia della fase diagnostica e della fase terapeutica, vedrà ora la partecipazione a livello nazionale di 19 Centri e si propone, con l’arruolamento di circa 700 pazienti, per poter dire una parola definitiva circa il reale impatto di questo intervento sulla qualità della vita degli ammalati, questione che ha comprensibilmente stimolato aspettative e speranze, ma che è ancora oggi oggetto di una accesa controversia nell’ambito della comunità scientifica nazionale ed internazionale.
Lo studio, finanziato dalla Regione Emilia Romagna con 2,742 milioni a totale copertura delle spese, sarà sottoposto alla valutazione, in ogni passaggio, di un Comitato tecnico scientifico indipendente composto da neurologi, biostatistici, esperti di metodologia della ricerca , oltre che alla valutazione di tutti i Comitati etici dei Centri sperimentatori. I Centri sperimentatori hanno sede in Emilia-Romagna (con il Centro dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara come coordinatore a livello nazionale), Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo.
A dare il via libera alla sperimentazione, a favore della quale l’Assemblea legislativa si era già espressa con una risoluzione approvata all’unanimità, è stato il definitivo parere positivo del ministero della Salute, comunicato il 17 luglio. L’arruolamento dei pazienti per il metodo Zamboni partirà nei primi centri sperimentatori dell’Emilia-Romagna: l’ospedale S. Anna di Ferrara, dove lavora lo stesso Zamboni, e l’ASL di Bologna, alla quale fa riferimento il neurologo Fabrizio Salvi, che presta servizio nell’ospedale bolognese Bellaria. Poi il reclutamento proseguirà in Sicilia (Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania) e negli altri centri sperimentatori che hanno già il via libera dei propri comitati etici sul protocollo di ricerca. Un sogno che si avvera per molti malati che hanno tenacemente combattuto per ottenere tutto questo.
Roberta Ragni