Le cellule staminali come cura per il morbo di Parkinson.
Partirà entro l’estate il primo studio in Italia che coinvolgerà 20 pazienti di più di 40 anni gravemente affetti da una particolare forma di questa patologia. Icp (Istituti Clinici di Perfezionamento) e Policlinico di Milano si uniranno in una sperimentazione sull’impiego di cellule staminali per il trattamento della Paralisi sopranucleare progressiva (Psp), una forma particolarmente grave e aggressiva di parkinsonismo, che ha una prevalenza di circa 6,5 casi per 100 mila abitanti e un’incidenza di 5,3 nuovi casi ogni 100 mila abitanti.
Verranno utilizzate cellule prelevate dal midollo dei malati, che saranno poi ripulite, coltivate e reinfuse con l’intento di riparare le lesioni celebrali. La Psp provoca infatti una degenerazione delle cellule nervose che regolano i normali movimenti: per questo chi ne è affetto ha difficoltà motorie e di riflesso. “Le cellule staminali somministrate – spiega Rosaria Giordano, direttore tecnico della Cell Factory ‘Franco Calori’ del Policlinico di Milano – riescono a raggiungere le aree cerebrali colpite dalla malattia e influenzano positivamente il tessuto circostante, riducendo la morte cellulare. Questa metodica può risultare importante per riuscire a rallentare la progressione della malattia“.
I primi risultati saranno misurabili già dopo 6 mesi dall’inizio della sperimentazione e, se dovessero essere positivi, potrebbero arrestare il fenomeno dei viaggi della speranza all’estero per le cure: attualmente, infatti, almeno un paziente su due chiede di poter andare oltre confine per sperimentare cure che vengono presentate come miracolose; quelli che riescono poi realmente a partire sono solo il 10%, diretti prevalentemente verso Germania, Sudamerica e Cina. Oltre ai costi esorbitanti di questi trattamenti (si va dai 10 mila ai 40 mila euro per seduta) il rischio è di incorrere in terapie che non solo non funzionano, ma peggiorano la situazione.
Per questo la ricerca milanese, condotta da Gianni Pezzoli (neurologo degli Icp) con Rosaria Giordano e Maurizio Isalberti (del Policlinico), assume un’importante rilevanza: “Questa sperimentazione clinica rappresenta un importante traguardo scientifico — spiega Gianni Pezzoli — L’obiettivo prioritario è quello di rispondere ai bisogni dei pazienti affetti da questa grave patologia, ma in prospettiva questo studio può aprire nuove strade nel trattamento delle malattie neurodegenerative, a cominciare proprio dal Parkinson“.
Eleonora Cresci