Si apre oggi il X congresso nazionale della Federazione dei Logopedisti nei chiostri dell’Università Statale di Milano. Un percorso di tre giorni che ha il preciso scopo di “Liberare le parole” e combattere la balbuzie, che colpisce l’1% della popolazione, con punte del 5% in età prescolare, circa 250 mila bambini.
La prevenzione? Parte da piccoli. Se, infatti, il picco maggiore si ha tra i 30 e i 36 mesi (ne soffrono più i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4:1), è anche vero che proprio prima dei 3 anni è possibile ottenere i risultati migliori.
Come riconoscere la balbuzie in bimbi così piccoli? La sua insorgenza è innanzitutto graduale e spesso si associa ad altre difficoltà che vanno dal ritardo del linguaggio al disturbo specifico del linguaggio, dalla deglutizione atipica al disturbo di tipo articolatorio, fino al disturbo specifico dell’apprendimento.
“La balbuzie – spiega la presidente nazionale della Federazione dei Logopedisti, Tiziana Rossetto – è un disordine evolutivo del linguaggio che impedisce di parlare in modo fluido. Di solito si manifesta nei bambini tra i 3 e i 5 anni e, se non curata in modo adeguato, può raggiungere l’età adulta. Ripetizioni e prolungamenti di suoni, sillabe o parole, così come esitazioni e blocchi di silenzio sono i principali sintomi. Si tratta di disfluenze involontarie, di cui il balbuziente è consapevole, ma che non è sempre in grado di controllare“.
La pratica clinica di interesse logopedico con la balbuzie, è più frequente nei bambini piccoli che negli adulti. “La stima prognostica – aggiunge la presidente dei Logopedisti – è che il 75-80% di loro torneranno gradualmente alla fluenza; qualora invece persista oltre i 12/18 mesi consecutivi le probabilità di una risoluzione spontanea diminuiscono e diventa necessario iniziare un percorso rieducativo. Ricordiamo che la balbuzie può essere curata e può scomparire, ma dalla balbuzie non si può mai guarire completamente. Purtroppo non sempre il bambino o comunque il paziente trova in questi ambiti il professionista giusto. Questo è un settore in cui imperversa l’abusivismo, composto da personaggi senza titolo che promettono miracoli acquistando pagine a pagamento su molte riviste popolari ‘mascherate’ da articoli“.
Ribatte, la Rossetto, sull’impegno dei professionisti sanitari di combattere l’abusivismo e si augura che venga portato a termine l’iter del disegno di legge 1142 per l’istituzione degli ordini. “È vero che il sistema ordinistico italiano ha molti difetti – precisa – ma nel campo della salute dei cittadini è comunque fondamentale che sia mantenuto e rinforzato con l’apertura anche alle nostre professioni“.