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Infarto: al secondo si rischia la vita 3 volte in più del primo

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Ogni anno, l’infarto colpisce migliaia di persone in Italia, e chi ha già avuto un episodio iniziale è esposto a un rischio maggiore di avere un secondo infarto, con conseguenze ancora più gravi.

Comprendere i rischi e l’importanza della prevenzione è fondamentale per ridurre la mortalità e migliorare la qualità della vita delle persone colpite.

Il rischio del secondo infarto

In Italia, 80.000 persone ogni anno sono colpite per la prima volta da un infarto, un evento grave che richiede un immediato intervento medico e un monitoraggio continuo. Tuttavia, circa 50.000 persone sono invece colpite da un secondo infarto, che rappresenta un rischio ancora più elevato per la loro vita. Le statistiche mostrano infatti che il secondo episodio aumenta il rischio di morte tre volte rispetto al primo infarto. Questo significa che circa un paziente su cinque non sopravvive entro un anno dal secondo evento.

Prevenzione: il ruolo chiave per ridurre i rischi

Tra i 50.000 pazienti colpiti da un secondo infarto ogni anno, circa 10.000 decessi sono attribuibili a questo episodio ricorrente. Studi medici dimostrano che almeno metà di questi decessi potrebbero essere evitati attraverso una corretta prevenzione, cure continue e stili di vita più sani. Dopo un primo infarto, è essenziale che il paziente segua un piano di prevenzione secondaria per ridurre il rischio di un secondo evento, il quale comprende modifiche nello stile di vita, un’attenzione rigorosa alla dieta e un monitoraggio regolare della salute cardiovascolare.

“Con l’uso di farmaci adeguati e di terapie costanti – spiega Marino Scherillo, presidente Anmco – potremmo dimezzare il pericolo di un secondo infarto e la conseguente mortalità. Purtroppo un anno dopo l’infarto solo un paziente su due segue cure appropriate. E le donne e i pazienti con meno di 60 anni sono le categorie con il più elevato tasso di abbandono delle cure perché ne sottovalutano l’importanza e si considerano, a torto, meno a rischio degli altri”. Inoltre, “meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari, appena uno su 10 abbandona la sigaretta, il 70% non fa esercizio fisico”.

Stili di vita e cure mediche: i pilastri della prevenzione

I pazienti che hanno avuto un infarto devono adottare stili di vita sani come pilastri della prevenzione. Alcune delle abitudini più importanti includono:

  • Dieta equilibrata: ridurre il consumo di grassi saturi, zuccheri e sale può aiutare a mantenere livelli sani di colesterolo e pressione sanguigna. La dieta mediterranea, ricca di verdure, cereali integrali e pesce, è spesso consigliata dai cardiologi.
  • Esercizio fisico regolare: l’attività fisica, se praticata regolarmente, migliora la salute del cuore e riduce il rischio di ricadute. È importante consultare un medico per stabilire un programma di attività adatto alle proprie condizioni.
  • Controllo del peso: l’obesità è un fattore di rischio noto per le malattie cardiovascolari; mantenere un peso sano è essenziale per chi ha avuto un infarto.
  • Stop al fumo e all’alcol: fumare e consumare alcol eccessivamente aumenta il rischio di infarti, per cui smettere è un passo fondamentale per prevenire ricadute.

Monitoraggio costante e terapia farmacologica

Oltre alle abitudini di vita, il monitoraggio costante della salute cardiovascolare è cruciale. Dopo un infarto, molti pazienti vengono sottoposti a trattamenti farmacologici per prevenire ulteriori eventi. I farmaci, come quelli per la riduzione del colesterolo e antipertensivi, aiutano a ridurre il rischio di un secondo infarto. È essenziale seguire attentamente le indicazioni del medico, evitando di interrompere le cure autonomamente.

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La consapevolezza: il primo passo per la prevenzione

Essere informati sui rischi e sulla prevenzione dell’infarto può fare la differenza. Conoscere l’importanza della cura post-infarto e dei cambiamenti nello stile di vita consente di migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di complicanze. Investire in educazione alla salute e in screening regolari per monitorare la salute del cuore è uno dei metodi più efficaci per prevenire il secondo infarto.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania