Le statine sono farmaci comunemente usati per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
Il colesterolo può aumentare sia per una predisposizione ereditaria, sia per una dieta ricca di cibi ad alto contenuto di grassi (come uova e latticini).
Per funzionare correttamente, il nostro organismo ha bisogno di un costante apporto di colesterolo. Tuttavia, se le quantità sono in eccesso si può andare incontro a diversi problemi: una quantità eccessiva di colesterolo nel sangue può ostacolarne il flusso, può ridurre l’elasticità delle pareti delle arterie e può portare alla formazioni di trombi.
Le statine sono tra i farmaci più diffusi: secondo il rapporto Osmed 2009, solo in Italia, pare se ne consumino oltre un miliardo di dosi l’anno.
Secondo una ricerca condotta in Israele presso il Maccabi Health Care Services, le statine avrebbero anche un’altra capacità: quella di ridurre le probabilità di sviluppare artrite reumatoide.
I ricercatori hanno seguito per dieci anni – tra il 1997 e il 2007 – una popolazione di oltre 200 mila volontari. Durante questo lungo arco di tempo, hanno contato i nuovi casi di artrite reumatoide insorti e messo in relazione la diffusione della patologia con i consumi di statine nella popolazione (che già assumeva i farmaci per ragioni indipendenti dallo studio). I nuovi casi di artrite reumatoide sono stati oltre 2500 e – nell’analisi dei dati – è emerso che le persone che assumevano statine da almeno 8 anni avevano un rischio quasi dimezzato (-42%) di sviluppare artrite reumatoide rispetto a quanti le assumevano da meno di 2 anni.
Facendo i conti, ogni anno di assunzione di statine abbasserebbe il rischio di sviluppare la patologia del 5%. Inoltre, l’effetto protettivo è apparso tanto più evidente quanto più la statina assunta fosse efficace nel ridurre i livelli di colesterolo e quanto più bassa fosse l’età del paziente.
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche provato a verificare l’efficacia delle statine nel prevenire l’artrosi. Il tentativo, però non è andato a buon fine: la ricerca ha evidenziato soltanto una modesta riduzione del rischio di sviluppare artrosi nella popolazione che assumeva i farmaci.
Il risultato sembra confermare le ragioni dell’efficacia delle statine sull’artrite reumatoide: è vero che l’artrosi – come l’artrite reumatoide – è una patologia degenerativa delle giunture ossee, ma non ha origine infiammatoria. Ed è proprio questo il motivo per cui le statine sarebbero efficaci nella prevenzione dell’artrite reumatoide: esse sono capaci di agire sull’infiammazione.
Come ci spiegano i ricercatori: “l’artrite reumatoide è una condizione infiammatoria sistemica caratterizzata dal reclutamento di globuli bianchi nei tessuti sinoviali. E ci sono crescenti evidenze che le statine hanno proprietà antinfiammatorie e immunomodulanti, dimostrate dalla riduzione dei livelli di proteina C-reattiva, che può giocare un ruolo importante nell’artrite reumatoide”. E aggiungono: “questo studio dimostra una significativa associazione negativa tra la terapia prolungata con statine e l’insorgenza dell’artrite reumatoide. Soprattutto in pazienti che iniziano il trattamento in giovane età e con statine ad alta efficacia”.
Questa ipotesi non è nuova, ma finora i risultati prodotti dagli studi scientifici erano stati contrastanti. È per questo che gli stessi scienziati israeliani raccomandano cautela e ammettono che sono necessari altri studi che dimostrare senza riserve la relazione causa-effetto tra consumo di statine e insorgenza di artrite reumatoide.
Silvia Pluchinotta