Le donne hanno paura della depressione: di quel velo che toglie al mondo i colori, che trasforma quello che ci circonda in grigiore e soprattutto, temono che dopo aver visto la penombra non potranno più ritornare alla luce. Questa paura è così profonda che un’italiana su due considera il male oscuro più incurabile del tumore al seno, che spaventa solo una su quattro. Un dato sorprendente, che arriva dalla prima indagine nazionale sulle donne e la depressione, promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDa) e realizzata da Giuseppe Pellegrini, ricercatore sociale all’Università di Padova, intervistando 1.016 donne fra i 30 e i 70 anni.
Inoltre, emerge che tra le intervistate c’è sfiducia rispetto ai farmaci e alle cure, che si crede non siano all’altezza della propria malattia. A pensarlo il 78% tra le giovani dai 30 ai 39 anni e l’80,1% delle donne tra i 40 e 49 anni. Tra i 50 e i 70 la percentuale si attesta a circa al 70%. “La depressione è una malattia subdola – spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da – che si insinua nella vita delle donne alienandole. Le donne ne sono consapevoli e sono abbastanza informate su manifestazioni e campanelli di allarme. Ma la temono, più del tumore al seno, come emerge dai dati raccolti dall’indagine Onda, perché non hanno fiducia nelle cure attuali. È in questo ambito che si deve lavorare migliorando l’efficacia delle terapie e riducendo gli effetti collaterali dei farmaci. Soprattutto spiegando che le cure farmacologiche sono utili se affiancate al medico di medicina generale e al sostegno della famiglia”.
Approfondisce il dott. Mencacci direttore del Dipartimento di neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli di Milano “Poco più delle metà dei pazienti arriva a curarsi, e di questi il 60% riceve trattamenti inadeguati o insufficienti. Così, a un mese dall’inizio delle cure il 30% ha già gettato la spugna e solo uno su tre segue la cura quanto e come si deve. Nelle donne accade anche per motivi biologici: c’è una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci, che inoltre hanno una diversa efficacia a seconda del momento della vita, ad esempio durante l’età fertile o in menopausa.
Così molte abbandonano prima di ottenere un risultato: da qui le ricadute, gli insuccessi, la sfiducia. E la paura“. Leggendo i dati raccolti da ONDa c’è un altro dato preoccupante: le donne che soffrono di depressione, oltre a ritenere la loro vita stravolta dalla malattia, in sette casi su dieci provano vergogna o senso di colpa per essere malate.
Lo psichiatra suggerisce “Le donne, che della depressione sono le vittime più frequenti, sentono di non trovare attorno a sé la stessa comprensione che avrebbero se fossero malate di un tumore al seno o di un’altra patologia tangibile. Così, ancora oggi si sentono giudicate, provano vergogna e senso di colpa”. Tanto che spesso scelgono di non parlarne con nessuno: nel 2010, una donna con la depressione su sei non chiede aiuto. Purtroppo, questo stato di cose porta a non curare un male, che potrebbe esserlo. È la depressione il nostro nuovo “uomo nero”
Manuela Marino