All’ospedale Fatebenefratelli di Milano sono abituati a vederne di tutti i colori ed i medici del Dipartimento Materno Infantile non si sono scomposti quando è arrivato un bambino di 1500 anni cui hanno diagnosticato la spina bifida.
È stata poi la volta di un altro “attempato” paziente, un dignitario egizio del 945 – 715 a.C. che, in Radiologia, è stato sottoposto ad una TAC con l’esito di sofferenza artrosica. Le mummie, da sempre depositarie di antichi segreti, sono oggi un vero tesoro per scienziati e medici tanto che la paleontologia, cioè “lo studio delle malattie nei resti umani antichi” è diventata una branca autonoma della medicina. Dall’analisi delle abitudini, degli stili di vita e dall’incidenza delle diverse malattie del passato è possibile risalire all’origine ed allo sviluppo di alcune importanti malattie infettive e di diverse patologie dell’epoca attuale, come il cancro e l’arteriosclerosi.
Per esempio, è stato scoperto che già quattromila anni fa gli antichi egizi soffrivano di sclerosi delle arterie, probabilmente dovuta all’ipertensione e ad uno stile alimentare ricco di carne (per i più ricchi) e di sale per la conservazione, visto che i grassi “trans” e le sigarette non esistevano. E poi malformazioni congenite, traumi, tumori, infezioni, nanismo, artrosi, artrite e problemi dentali. La prima vittima ufficiale dell’aterosclerosi nell’antico Egitto, documentata con TAC, è stata Lady Rai, una donna di circa 40 anni vissuta intorno 1530 a.C., la “tata” della Regina Nefertiti.
In Italia, il più importante centro di riferimento è l’Istituto per le Mummie e l’Iceman dell’EURAC di Bolzano, che dispone di metodi d’indagine all’avanguardia e non invasivi come tomografie computerizzate (TAC), nanotecnologia, approcci bio-molecolari e ricerche sul DNA antico, umano ed animale. Il primo ad essere analizzato è stato il nostro famoso Ötzi, l’uomo che 5300 anni fa si avventurò per un ghiacciaio della Val Senales. Trovato nel 1991, è attualmente la mummia umida più antica del mondo.
L’EURAC ha iniziato nel 2007 un progetto di studio su più di 2000 mummie provenienti dalle Catacombe dei Cappuccini di Palermo per studiare le condizioni di salute, l’aspettativa di vita e la distribuzione delle malattie nella Sicilia tra 16° e 19° secolo. L’Italia del Sud, ed in particolare la Sicilia, è rinomata per la presenza di numerosissimi corpi mummificati. La maggior parte dei resti, essiccata naturalmente, si trova nelle chiese e nelle cripte della regione. Lo studio verrà presentato alla fine del 2010.
Valeria Zavanone