Cure su misura, personalizzate, adattate al singolo malato e alla sua malattia, elaborate basandosi su calcoli matematici e algoritmi: ecco le soluzioni proposte dai diabetologi dell’ Associazione Medici Diabetologi (Amd) per curare chi soffre di diabete di tipo 2 .
Gli esperti ne hanno discusso a Lisbona in occasione del congresso annuale dell’Easd, l’European Association for the Study of Diabetes.
La terapia per il diabete potrebbe essere quindi più efficace se differenziata, valutando nel complesso precisi indicatori come età, peso, glicemia nelle diverse ore del giorno, dopo i pasti e a digiuno, quantità di emoglobina glicosilata nel sangue (in sigla HbA1c), presenza di obesità o di complicanze, come l’insufficienza renale cronica.
È solo così, appoggiandosi alla matematica, che si può stabilire il “profilo” del paziente e personalizzarne la cura. Finora gli esperti hanno classificato 5 tipi di “paziente diabetico”: intervenire su ognuno nel modo più adatto significa evitare errori e impedire danni a lungo termine per l’organismo. Cure che vanno cominciate il più precocemente possibile per sconfiggere la cosiddetta “memoria metabolica” e che si basano anche sull’automonitoraggio del tasso glicemico da parte del paziente, necessario sia all’ inizio, quando un paziente deve essere “catalogato” in uno dei cinque profili, sia dopo, per il controllo dell’ efficacia della terapia, per il quale i malati potranno presto utilizzare il nuovo microchip realizzato dalla University of California.
“Attualmente – spiega Carlo B. Giorda, presidente dell’ Amd – esistono linee guida, per il trattamento del diabete, che non specificano quale farmaco scegliere per quel particolare tipo di paziente. Così abbiamo pensato di mettere a punto cinque algoritmi, che identificano altrettante tipologie di diabetici“.
Insomma, la matematica per curare meglio e sfruttare al massimo la potenza delle terapie oggi disponibili. Anche perché, secondo il rapporto “Diabete in fatti e cifre in Italia”, presentato al 4° Changing Diabetes Barometer Forum, in Italia i malati di diabete sono 3 milioni (quasi il 5% della popolazione), ma un altro milione lo è senza saperlo. Nel 2030, poi, la cifra salirà a 5 milioni. Alla luce di questi dati, diventano ancor più importanti sia la diagnosi precoce, che l’individuazione di una giusta cura. E ben venga la matematica!
Roberta Ragni