Dopo cannella, eucalipto e fagioli anche gli anacardi si candidano a diventare un alimento anti-diabetico naturale. La buona notizia ci arriva dall’Università di Montreal (Canada) e dall’Università de “La Yaoundè” (Camerun).
L’anacardo è un frutto secco, originario dell’Amazzonia, costituito da un seme racchiuso in un guscio legnoso. L’equipe del dottor Haddad – la cui ricerca è stata pubblicata su “Molecular Nutrition & Food Research”– ha dimostrato che i semi di anacardo contengono alcuni composti attivi, come l’acido oleico, che possiederebbero virtù tali da poter prevenire il diabete.
Gli studiosi hanno preso in esame diversi estratti vegetali, mettendo alla prova le loro potenzialità contro la malattia e i risultati rivelano che gli estratti provenienti dai semi, dalle foglie e dalla corteccia dell’anacardo stimolerebbero l’assorbimento muscolare del glucosio, necessario alla produzione di energia.
Inoltre, questi preziosi semi conterrebbero anche sali minerali, vitamine del gruppo B, proteine, fibre e potrebbero possedere anche delle virtù antinfiammatorie. Un portento!
Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, cioè da un aumento degli zuccheri (glucosio) presenti nel sangue, causata da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas o dalla combinazione di ridotta secrezione di insulina e di resistenza dei tessuti periferici all’insulina.
Secondo le fonti ISTAT 2009, in Italia, le persone affette da questa patologia sono circa 3 milioni pari al 5% delle donne e il 4,6% degli uomini. Mentre, nel mondo, le persone con diabete sono circa 200 milioni.
Silvia Pluchinotta