Mentre all’estero sarebbe stata messa a punto una cura vegetale per il diabete di tipo 2, con il contributo di alcuni ricercatori italiani è stata condotta una scoperta relativa ad una proteina chiave nello sviluppo della malattia. Disattivando tale proteina, sarebbe possibile prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2, sempre più diffuso nel mondo occidentale.
La scoperta è da ricondurre ad un team di esperti internazionali, comprendente i ricercatori dell’Università Cattolica di Roma, sotto la guida di Andrea Giaccari, consigliere della Società Italiana di Diabetologia. La scoperta ha preso le mosse dal lavoro svolto da parte dei ricercatori dell’Ospedale di Brunico, in provincia di Bolzano, in collaborazione con esperti di Innsbruck e Verona.
Oggetto dello studio è una proteina denominata RANKL. Gli individui che presentano elevati livelli di tale proteina nel sangue correrebbero un rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 anche quattro volte superiore rispetto agli altri. Tale proteina sarebbe coinvolta nel metabolismo del glucosio e sarebbe in grado di portare un miglioramento delle alterazioni metaboliche proprie della malattia, in base ad esperimenti condotti in laboratorio.
Una volta disattivata la proteina, la risposta all’insulina migliorerebbe, riducendo l’eccessiva produzione di glucosio a livello del fegato. Riducendo la presenza di tale proteina, sarebbe possibile prevenire i picchi di insulina, che sono considerati come il primo passo verso il diabete di tipo 2.
A parere degli esperti, la scoperta potrebbe aprire la strada alla messa a punto di nuovi farmaci adatti alla prevenzione del diabete e rappresenterebbe un importante passo in avanti nello studio della malattia, in quanto metterebbe in luce lo stretto rapporto tra processi infiammatori e insorgenza del diabete di tipo 2.