Dolore cronico, in Italia è gestito in maniera inadeguata. Secondo i dati presentati a Firenze durante il convegno IMPACT 2012 (Interdisciplinary Multitask Pain Cooperative Tutorial Pain Relief Organisational Activity Enhancement), la legge 38/2010 che tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative è ignorata da 1 medico di base su 3.
Per questa ragione le prescrizioni finiscono per essere fin troppo variegate: così quel dolore cronico non oncologico – come artrosi o mal di schiena – che colpisce il 26% degli italiani viene curato con tanti, pure troppi, farmaci antinfiammatori non steroidei. Per questi farmaci, chiamati FANS, si spende il triplo rispetto agli oppioidi, che sarebbero invece spesso i più appropriati ma che forse ancora intimoriscono.
LE DIFFERENZE
In Italia nel corso del 2011 sono stati spesi 181 milioni di euro per i FANS e per gli oppioidi 65 milioni di euro. In più, alla spesa per i FANS va aggiunta quella per i gastroprotettori che spesso si devono associare per limitare gli effetti collaterali. E se in regioni come Friuli, Toscana, Lombardia e Piemonte gli oppioidi vengono somministrati in un maggior numero di casi, in Campania si è ancora molto indietro.
“La legge 38 ha posto le basi per una svolta nella valutazione e nel trattamento del dolore cronico, ora tutti gli operatori del settore devono però prodigarsi perché venga applicata, a cominciare dagli ospedali. Solo così garantiremo ai milioni di malati di dolore cronico una vita che valga la pena di essere vissuta“, conclude Marta Gentili, presidente dell’associazione Vivere senza dolore.