A dormire male sono più gli uomini che le donne. E i rischi che il cosiddetto “sesso forte” corre a causa di un cattivo sonno sono maggiori.
Dell’importanza di un riposo sano abbiamo largamente parlato e i ricercatori avevano già dimostrato che un sonno interrotto e frammentato può causare danni al cervello, colpendo la memoria e la capacità di apprendimento.
Il nuovo allarme, ora, arriva da una ricerca dell’Università di Harvard, pubblicata sulla rivista Hypertension. Ed è tutto al maschile. Secondo la ricerca, in cui sono state analizzate le abitudini di 784 uomini over 65, i “maschi” dormono meno, peggio e impiegano più tempo ad addormentarsi. E, soffrendo di disturbi del sonno, hanno una probabilità di sviluppare ipertensione, problemi cardiaci e ictus dell’80% in più.
Il problema risiederebbe nel “sonno ad onde lente”, in inglese SWS (Slow Wave Sleepe), uno degli stadi più profondi del sonno. La fase SWS è caratterizzata da onde cerebrali “delta”, dall’assenza di movimento degli occhi e dalla maggiore difficoltà di risvegliarsi immediatamente. Gli uomini con ridotta Sws hanno di solito una scarsa qualità del sonno, che spesso dura poco, è disturbato da frequenti risvegli notturni e, a volte, da episodi di apnea notturna. E, secondo le analisi, i partecipanti che passavano in media meno del 4% del loro sonno nella fase SWS avevano una probabilità significativamente più alta di sviluppare pressione alta.
“Il nostro studio – spiega la ricercatrice Susan Redline della Harvard Medical School di Boston, co-autrice della ricerca – dimostra per la prima volta che la scarsa qualità del sonno mette gli individui a un rischio significativamente maggiore di sviluppare ipertensione. Avremmo bisogno di rivedere i risultati della ricerca applicandoli su altri gruppi di età coinvolgendo anche le donne per confermare la nostra intuizione“.
Allora, meglio conoscere i principali rimedi per combattere l’insonnia.
Roberta Ragni