Arriva oggi l’annuncio da parte del portavoce dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Aphaluck Bhatiasevi, che la variante di E coli che sta causando una vera e propria epidemia in Germania e nel nord Europa “non è mai stata vista prima in un focolaio di infezione“.
Anche alcuni esperti cinesi, che hanno esaminato campioni di DNA giunti dall’Europa, hanno parlato di “un nuovo ceppo di batterio altamente infettivo e tossico e resistente ad alcuni tipi di antibiotici“. Questo ceppo sarebbe simile a quello EAEC 55989, isolato in passato nell’Africa centrale e che provoca una forte diarrea.
Intanto, salgono i decessi (17) e i contagiati anche in altri Paesi: in Svezia sono 46, con un morto, in Danimarca 17. Sono inoltre almeno 7 i casi accertati in Gran Bretagna.
STOP DALLA RUSSIA
Mentre le autorità sanitarie tedesche e quelle europee provano a capire quale sia l’origine del contagio, Ghennady Onishchenko, direttore dell’Agenzia per la Tutela dei Consumatori, ha proclamato il divieto di importazione di verdure e ortaggi freschi da parte di tutta l’Europa e quelli già giunti sul territorio russo verranno sequestrati.
Decisione che ha suscitato non poche polemiche, tanto che l’Unione europea ha definito “sproporzionato” il bando imposto dalla Russia e ha annunciato che chiederà spiegazioni a Mosca, mentre dall’Italia dichiarano da Coldiretti: “Gli ortaggi e i legumi che il nostro Paese esporta in Russia hanno un mercato di 4,4 milioni di euro l’anno. Il blocco della Russia è una misura unilaterale e generalizzata del tutto inopportuna destinata a generare allarmismo e a far salire i danni subiti dagli incolpevoli produttori nazionali. Basti pensare che questa psicosi in tutta Europa ha già colpito le esportazioni nazionali di ortofrutta, con perdite di 20 milioni in una settimana“.
Insomma, si aggiunge crisi su crisi. Ne usciremo mai?
Germana Carillo