Avete presente l’elisir di lunga vita che Meryl Streep e Goldie Hawn assumono in “La morte ti fa bella”, film divertentissimo del 1992? Dopo averlo assunto diventavano più belle e sane, ma, soprattutto, sarebbero vissute in eterno.
Ecco, siccome per i miracoli bisogna ancora aspettare un po’, dall’America arriva la notizia di una pillola che effettivamente potrebbe allungare la vita, migliorandone anche la qualità. Anche perché sarebbe inutile vivere più a lungo ma pieni di acciacchi, a letto e dipendenti dagli altri!
I ricercatori dell’Institute for Aging Research all’Einstein college di New York, guidati dal genetista Nir Barzilai, hanno scoperto il segreto della longevità nei geni degli ebrei Ashkenaziti, famosi per arrivare molto più facilmente di altri a spegnere le cento candeline sulla torta. “Le possibilità di vivere fino a cent’anni sono mediamente una su diecimila – spiega Barzilai – ma nel gruppo dei 500 ebrei Ashkenaziti esaminati le possibilità salivano a 20 volte di più nonostante il 30% di loro fosse obeso o in sovrappeso e un altro 30% avesse fumato due pacchetti di sigarette al giorno per più di 40 anni“.
L’équipe di Barzilai ha allora iniziato ad analizzare campioni di sangue prelevati dagli Ashkenaziti. “Tra due milioni di marcatori genetici esaminati – osserva – ne abbiamo trovati tre che sembravano essere più presenti nei nostri centenari: due legati all’aumento del colesterolo buono e uno collegato alla prevenzione del diabete“. Da qui l’idea della composizione della pasticca cercando di ricreare gli effetti protettivi di questi geni. Il funzionamento della pillola è piuttosto semplice: in essa sono sintetizzati due geni che incrementano la produzione del cosiddetto “colesterolo buono”, il quale è in grado di ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus, mentre l’altro gene previene il diabete. Quindi in un solo colpo ci sbarazzeremmo del diabete, del morbo di Alzheimer e delle malattie cardiache, concedendo una vita centenaria e in salute. Mica male?!
Gli scienziati italiani sono scettici sulla scoperta americana, o meglio, non vedono di buon occhio la trasformazione delle scoperte scientifiche sui geni protettori in pastiglie di uso comune.
Intanto le statistiche raccontano di un continuo incremento dell’età media. Nel 1924 si stabilì che, al massimo, gli uomini e le donne avrebbero vissuto sino a 64 anni. Nel 2000 l’età è salita a ottanta. In Italia, i centenari sono ormai un piccolo esercito: erano poco più di tremila nel ’90, ora invece quasi 12mila.
Ma poi sapremmo cosa farcene di una vita più lunga?
Lazzaro Langellotti