Carinamente detta “incapacità”, ahimè costante, di mantenere per un tempo accettabile un’erezione tale da soddisfare una donna che non abbia particolari pretese, l’eiaculazione precoce è un serio problema che preoccupa 1 italiano su 5 tra i 18 e i 65 anni.
Notizia che emerge dal Congresso della Società italiana di urologia tenutosi a Rimini in questi giorni.
La percentuale ovviamente raddoppia se si osservano le ripercussioni di questi problemi sulla vita di coppia (solo il 38% delle partner di questi uomini definisce il sesso “soddisfacente”). In più, si considera che si tratti sempre di cifre in difetto, poiché si stima che il 90% degli uomini che soffre di eiaculazione precoce non ne parli con il proprio medico.
Al di là della miriade di cause che danno origine al dramma (negli adolescenti questa disfunzione, molto diffusa, può dipendere da una sorta di senso di colpa nei confronti del sesso, dalla paura di mettere incinta la partner o, peggio ancora, di contrarre una malattia. Negli adulti, invece, questo problema può derivare da altri relativi alla coppia, tensioni nervose o da prostatite, malattie neurologiche o dall’uso di farmaci…), è ormai possibile rimediare con una pillola a base di dapoxetina, che agisce sui livelli di serotonina, il neurotrasmettitore colpevole della risposta dell’uomo.
Il farmaco, disponibile solo su prescrizione medica, è indicato per gli uomini di età compresa tra i 18 e i 64 anni, va assunto da una a tre ore prima del rapporto e non più di una volta in 24 ore.
In più, la confezione è a prova di contraffazione grazie a un “codice antifalsi” stampato sul retro che permette di verificare su internet l’autenticità del prodotto.
Tuttavia, se non ci si vuole fregiare del titolo di “mammifero sessualmente più veloce” presente sulla faccia della Terra, ci sono anche altri rimedi che non richiedono il ricorso a farmaci. Spesso, ai medici basta dare una spiegazione del meccanismo della eiaculazione, insegnando al paziente come ritardare l’emissione e l’eiaculazione. Si parla in questo caso della tecnica del “fermarsi e ricominciare”, con lo stimolo del pene sia manuale che durante il rapporto sessuale, fino al momento in cui il paziente percepisce il momento di eiaculazione.
In pratica, è tutto un lento gioco di stimolazione da fare, questo è ovvio, con la compagna. Con la ripetizione di questa tecnica, il paziente impara ad assumere un controllo eiaculatorio in più del 95% dei casi.
Se poi questo disturbo nasconde conflitti interiori più profondi, noi femminucce vi consigliamo vivamente una chiacchierata con lo psicoterapeuta…
Germana Carillo