Domenica 30 maggio si è celebrata la giornata mondiale senza tabacco promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Come ogni anno, presso l’Istituto Superiore di Sanità si è svolto il convegno “Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale” che quest’anno è giunto alla sua XII edizione.
La notizia di apertura del convegno, data dal Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Enrico Garaci, non è incoraggiante: “È la prima volta che le donne e gli uomini fumano quasi allo stesso modo“. Uniformità nel portare avanti le cattove abitudini, secondo l’Iss, che insiste però nel seguirenea più adeguata a questa nuova realtà. “Purtroppo non è un bel risultato – ha detto Garaci – ma ci indica la direzione da seguire nell’insistere a promuovere gli stili di vita sani e mettere a punto sempre più efficaci modelli di prevenzione“.
Ed ecco le cifre. Le donne fumatrici sono circa il 20% tra gli oltre un miliardo di fumatori nel mondo. Cifra che è continua a crescere. In Italia ad sesempio, le signore che amano le bionde sono 5,2 milioni (19,7%), contro gli uomini, 5,9 milioni, (23,9%). E quelle che hanno deciso di smettere? Soltanto 2,6 milioni (il 9,8% delle ex fumatrici), mentre gli uomini sono 3,9 milioni (il 15,7). La fascia di età in cui si ritrovano più fumatori è quella che va dai 45 ai 64 anni, mentre l’età media in cui si accende la prima sigaretta è di circa 17 anni.
Ma l’Italia non si comporta tutta allo stesso modo. Secondo l’indagine Passi realizzata con un pool di ASL rappresentative delle Regioni, la percentuale media dei fumatori è stata del 28,74% nel 2009. Ma le differenze tre le varie regioni sono molte. Ad esempio è stata registrata una diminuzione dei fumatori in alcune regioni del Nord Italia e un aumento in quelle del Sud. Bene il Veneto, in cui si registra il minor numero di fumatori(24,88%). Fanalino di coda per l’Abruzzo, dove a fumare è il 31,56%.
E per chi vuole smettere? Esistono dei centri specializzati che aiutano a smettere di fumare, e con successo. Tra gli strumenti utili, esistono l’elenco relizzato dall’OSSFAD,che comprende i centri antifumo attivi in Italia con tutti i servizi disponibili e gli indirizzi per i cittadini, e il Telefono Verde 800 5540 88 contro il Fumo, un servizio nazionale anonimo e gratuito che svolge attività di consulenza.
Dall’indagine dell’ISS è emerso anche che quasi la metà degli intervistati (il 55,6%) non conosce i centri antifumo ma il 78,7% sostiene che una delle misure preventive che lo Stato potrebbe attuare per aiutare i fumatori a smettere sarebbe quella di rendere gratuito l’accesso a tali centri.
Da soli, a volte non si riesce a smettere: “I fumatori sono convinti che possono smettere di fumare quando vogliono – ha spiegato Roberta Pacifici dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droghe dell’ISS – ma si tratta di un’illusione. I dati della nostra indagine, infatti, rilevano che tra coloro che hanno tentato di smettere, ha ripreso a fumare il 70% dopo pochi mesi. Gli studi scientifici hanno mostrato che la probabilità di successo è 5 volte maggiore se ricorriamo all’aiuto del medico o se ci rivolgiamo ai Centri antifumo che propongono terapie comportamentali e farmacologiche“.
Francesca Mancuso