I medici migliori sono in grado di entrare in contatto tanto profondamente con i loro pazienti da riuscire ad avvertire realmente il loro dolore ed il loro sollievo, a seguito della somministrazione della cura prescelta. Ciò avviene grazie all’empatia, una caratteristica non comune che riesce a donare ai medici una marcia in più.
A confermare quanto in precedenza era già stato osservato è uno studio condotto da parte degli esperti della Harvard Medical School, che ha visto la propria pubblicazione tra le pagine della rivista scientifica Molecular Psychiatry. La ricerca ha dimostrato come i medici possano sentire realmente il dolore dei propri pazienti e sperimentare il sollievo successivo al trattamento somministrato per la cura dello stesso.
Gli esperti si sono occupati di sottoporre a scan cerebrale un gruppo di medici, mentre si trovavano impegnati ad attuare una terapia ritenuta adatta per la cura del proprio paziente. È stato osservato come le regioni del cervello che si attivavano mentre i medici somministravano la terapia ai pazienti fossero le stesse attive in questi ultimi mentre ricevevano trattamenti placebo.
La scansione cerebrale rifletteva inoltre una maggiore soddisfazione in quei medici che somministravano il trattamento al paziente provando per lo stesso una più forte empatia. Una ricerca precedente, condotta in Italia su pazienti diabetici, aveva posto in luce come quei pazienti che si affidavano ad un medico particolarmente empatico, che spiegava loro passo passo gli effetti della terapia in corso di somministrazione, ottenessero risultati migliori, più veloci, significativi ed efficaci.
Le cure risultavano dunque maggiormente efficaci quando il medico si rivolgeva ai propri pazienti cercando di rassicurarli senza illuderli e rimanendo in ascolto delle loro paure, tranquillizzandoli rispetto alle stesse e cercando di stabilire con loro un rapporto umano e cortese. Un medico empatico, capace di comprendere il proprio paziente, sarà dunque probabilmente un medico migliore, in grado di somministrare cure più efficaci, anche grazie alla maggiore capacità di comprendere ed ascoltare le necessità del paziente.
Marta Albè
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