Tre milioni di italiani sono ammalati (quasi il 5% della popolazione), un altro milione lo è senza saperlo e la situazione è destinata a peggiorare, raggiungendo nel 2030 i 5 milioni: stiamo parlando del diabete, una patologia che ogni anno uccide 27 mila italiani tra i 20 e i 79 anni, una media di 3 decessi all’ora.
È quanto emerge dal rapporto “Diabete in fatti e cifre in Italia“, presentato al 4° Changing Diabetes Barometer Forum, a Roma.
I dati sono tutt’altro che confortanti: l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che entro il 2030 il diabete sarà la quarta causa di morte in Europa, facendo riferimento soprattutto a quello di tipo 2, che in Italia rappresenta il 90% dei casi e riduce le aspettative di vita di 5-10 anni. Ma non è tutto; il diabete è una malattia che spesso causa diversi effetti collaterali patologici che vanno dai problemi cardiovascolari a quelli renali, fino ad arrivare alla cecità o all’amputazione degli arti: il 10% dei pazienti soffre di cardiopatia ischemica, il 32% di neuropatia, fino al 34% di retinopatia.
Molti pazienti sviluppano inoltre nel corso della malattia episodi gravi di insufficienza renale, che nella maggior parte dei casi porta a dover usufruire della dialisi. I numerosi problemi legati al diabete si riflettono sulle enormi spese per la sanità pubblica, che in media raggiungono per ogni paziente i 2.600 euro all’anno, pari ad 1 milione di euro all’ora, per un totale annuo di 9,22 miliardi di euro; le voci di spesa maggiori, contrariamente a quanto verrebbe da pensare, non sono però i farmaci, ma le cure domicialiri e i ricoveri per le complicazioni.
Uno dei dati più allarmanti è inoltre il fatto che molte persone (circa un milione) soffrono di diabete e non lo sanno, arrivando alla diagnosi tardiva, quando ormai la patologia è degenerata nei suoi effetti più gravi. Altri 2 milioni e mezzo di italiani presentano un’intolleranza al glucosio, fattore che spesso anticipa la malattia. Per questo gli esperti consigliano lo screening in tutti i cittadini al di sopra dei 40 anni e il Ministero della Salute intende mettere a punto un piano per porre la malattia tra le priorità del piano sanitario nazionale del biennio 2011/2013.
Esistono comunque diversi modi per prevenire la comparsa del diabete, come spiega Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di igiene della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma e presidente dell’European Public Health Association, e che riguardano essenzialmente lo stile di vita: una corretta alimentazione, come può essere quella mediterranea, accompagnata da regolare attività fisica e dalla riduzione di fumo e alcol, può infatti allontanare lo spettro di questa pericolosa malattia. “Poi c’è la prevenzione secondaria – prosegue Ricciardi – che consiste nel seguire queste stesse regole anche una volta avuta la diagnosi della malattia, per evitare l’insorgenza delle complicanze. La prevenzione terziaria, infine, evita le recidive“.
Eleonora Cresci