Epatite A, in Italia torna il rischio di contagio e si teme un nuovo picco di diffusione della malattia. L’epatite A è provocata da un virus con il quale è possibile entrare in contatto in particolar modo ingerendo alimenti contaminati da esso. Sotto accusa sarebbero dei frutti di bosco surgelati utilizzati per la guarnizione di una torta, il cui consumo avrebbe provocato il contagio di un uomo lo scorso aprile.
Il Ministero della Salute ha deciso di emanare una circolare in merito alla situazione di diffusione dell’epatite A in Italia, nella quale si legge come nel corso degli ultimi mesi sia stato registrato un importante incremento dei casi di contagio rispetto agli anni precedenti. L’incremento dei casi di contagio è stato calcolato per il 70% nei mesi di marzo-maggio 2013 rispetto al medesimo periodo nel 2012.
Viene dunque comunicata attraverso la circolare ministeriale la necessità di rafforzare la sorveglianza dell’epatite virale A e di avviare indagini sul territorio nazionale finalizzate ad identificare le fonti dei contagi. In proposito, è stato attivato il sistema di allerta rapido comunitario RASFF sugli alimenti.
I frutti di bosco ritenuti responsabili del contagio sono infatti stati classificati come originari di diversi Paesi esteri, tra cui Polonia, Serbia, Bulgaria e Canada. Sono attualmente in corso ulteriori indagini sulla materia prima rappresentata dai frutti di bosco, al fine di verificare la possibile origine della contaminazione.
Tra i sintomi di epatite A indicati da parte del Ministero della Salute vi sono: stanchezza, dolori addominali, perdita di appetito, nausea e vomito intermittenti. Ad essi può aggiungersi almeno una delle seguenti manifestazioni: febbre, ittero, livelli elevati di transaminasi sieriche. Tra le cause di contagio troviamo: trasmissione interumana, esposizione ad una fonte comune, esposizione ad alimenti o ad acqua da bere contaminati ed esposizione ambientale.
L’inizio della vicenda relativa ad epatite A e frutti di bosco risale allo scorso aprile, quando sono stati segnalati tramite il Sistema di Epidemic Intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (Epis-Fwd) e il Sistema di allerta rapida della Commissione europea (Eers), due cluster internazionali di epatite A. Il primo nei Paesi nord-europei, probabilmente legato al consumo di frutti di bosco congelati di importazione e il secondo in turisti di rientro dall’Egitto.
In alcuni turisti stranieri che avevano soggiornato nel Nord Italia lo scorso maggio sono stati segnalati ulteriori casi di epatite A. Il Ministero della Salute ha dunque ritenuto opportuno rafforzare la sorveglianza riguardo ai possibili contagi da parte del virus dell’epatite A sul territorio nazionale, con la finalità di identificare e di arginare le eventuali fonti di contagio che verranno rilevate.
Marta Albè
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