Un gruppo multidisciplinare di professionisti coordinati dall’Istituto superiore di sanità e dal Centro per la valutazione dell’efficacia dell’assistenza sanitaria (Ceveas) ha redatto – su mandato del ministero della Salute – nuove linee guida sulla gravidanza fisiologica.
Obiettivo: porre dei limiti al ricorso ad amniocentesi e a villocentesi, finora a carico del servizio sanitario nazionale per le over 35.
In pratica, d’ora in poi questi due esami prenatali saranno offerti alle donne di tutte le età, ma solo se positive al test combinato (che si basa sull’età della madre, la ricerca della translucenza nucale e la determinazione di alcuni valori nel sangue come la frazione beta libera di hCg e della proteina plasmatica A associata alla gravidanza), che si fa come screening per la sindrome di Down. Le altre per le quali non c’è rischio dovranno solo rivolgersi a centri privati.
“Si tratta di introdurre una diversa pratica clinica per individuare le donne a rischio – dice Vittorio Basevi del Ceveas – facendo dell’amniocentesi e della villocentesi delle indagini di secondo livello”.
La decisione degli esperti segue l’eccessiva medicalizzazione che ormai contraddistingue la gravidanza nel nostro Paese. Si calcola, infatti, che nel 2007 in oltre 84% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 e per ogni parto si fa una media di 5,1 ecografie. Le amniocentesi effettuate sono state il 15,4% e del 43% per le madri con più di 40 anni (rapporto del Cedap – Certificato di assistenza al parto).
Germana Carillo