Nucleare: uno degli argomenti più dibattuti in questi giorni che precedono il referendum.
La pericolosità, i rischi che comporta per la salute sono noti a tutti. Respingiamo il nucleare, gli effetti della radioattività sul nostro organismo ci fanno – giustamente – paura. Eppure in molti continuano a fumare. Dove è il collegamento? Esiste purtroppo.
Se ancora mancava qualche argomento da addurre a sostegno della lotta contro il fumo, ora sappiamo anche che le sigarette sono radioattive. È quanto emerge da uno studio svolto dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Enea e l’Università di Bologna e presentato in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, svoltasi lo scorso 31 maggio.
I ricercatori hanno analizzato le 10 marche di sigarette più vendute in Italia e hanno rintracciato in esse la presenza di isotopi radioattivi del piombo e del carbonio: in particolare 13,5 mbq (megabecquerel, l’unità di misura dell’attività di un radionuclide). Cosa significa questo? È presto detto: un soggetto che fuma 20 sigarette al giorno ha un rischio biologico pari a quello di chi si sottopone a 25 radiografie al torace all’anno. Una dose non indifferente di radioattività che viene dunque immagazzinata nell’organismo.
Secondo i dati riportati dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga, nel 2010 i morti a causa del fumo sono stati 71.445, e cioè il 12,5% dei decessi totali registrati nell’anno. Ancora convinti di voler accendere quella sigaretta?
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Francesca Di Giorgio