Sapevate che anche i farmaci sentono freddo? Proprio così. Le basse temperature di questi giorni potrebbero influenzare e compromettere l’efficacia di alcune terapie.
Dunque meglio stare attenti e prendere le dovute precauzioni, soprattutto se si assumono farmaci per l’ipertensione o l’asma.
Come spiega al Corriere della Sera Arrigo Cicero, farmacologo clinico dell’Università di Bologna, “nell’organismo esposto al freddo si hanno fenomeni di vasocostrizione, soprattutto a livello periferico. Questo meccanismo, che provoca una riduzione del calibro dei piccoli vasi sanguigni nelle estremità e serve al corpo per mantenere il più possibile il proprio calore, può però avere qualche effetto collaterale. In particolare può favorire un aumento della pressione sanguigna perché il cuore, a causa della vasocostrizione, incontra una resistenza maggiore ed è costretto a pompare di più”.
È bene dunque controllare frequentemente la pressione e, se necessario, rivedere il dosaggio dei medicinali con il proprio medico curante, specialmente se si utilizzano farmaci antipertensivi. Ma bando agli allarmismi: appare chiaro che gli effetti del freddo hanno ripercussioni solo se si passa molto tempo alle basse temperature.
Il freddo, però, può aumentare pure il rischio trombosi, complice sempre la vasocostrizione, e non solo: anche i bronchi tendono a restringere il loro calibro con l’esposizione al freddo, causando la cosiddetta broncocostrizione reattiva.
“Questo meccanismo – chiarisce Cicero –, che ha anch’esso l’obiettivo di mantenere una temperatura ideale a livello polmonare, può avere qualche ricaduta nei pazienti asmatici o affetti da broncopnemopatia cronica ostruttiva (Bpco) che assumono terapie inalatorie. Anche in questi casi, con l’aiuto del medico, si può ipotizzare un adattamento della terapia“.
Fabrizio Giona