I germi sono i migliori amici dell’uomo? È così che il giornalista e scrittore Michael Pollan li ha definiti all’interno di un suo articolo in merito, apparso tra le pagine del New York Times lo scorso 15 maggio. Pollan ha iniziato a considerare se stesso come un “superorganismo” in cui la presenza di germi, benefici o patogeni, è da considerarsi perfettamente normale.
Dobbiamo dunque proseguire nel temere la presenza di germi nell’ambiente che ci circonda, quando essi sono comunque presenti nel nostro organismo? Di fronte a messaggi pubblicitari che sembrano aver reso assolutamente necessario vivere in un ambiente quasi asettico e costantemente igienizzato, le parole di Michel Pollan possono apparire come una provocazione.
Eppure, nel corso degli ultimi decenni, l’ipotesi di una igiene eccessiva come una delle possibili cause di allergia nei bambini ha proseguito a farsi strada nel mondo scientifico, portando alcuni esperti ad affermare come il sistema immunitario potrebbe necessitare di un più elevato livello di esposizione ai comuni batteri e microbi di tutti i giorni per intraprendere il proprio sviluppo.
Nel proprio articolo, che porta il titolo di “Some of My Best Friends Are Germs”, il giornalista racconta una delle proprie esperienze personali in proposito, consistente nell’aver richiesto presso il BioFrontiers Institute della University of Colorado di essere sottoposto ad un test per la determinazione del proprio microbioma, consistente nel sequenziale i geni delle centinaia di specie di microbi presenti nel suo organismo.
Nel nostro corpo e sulla nostra pelle vivono – e muoiono – miliardi di batteri, la maggior parte dei quali risultano molto utili al nostro organismo – pensiamo, ad esempio, alla flora batterica presente nell’intestino – e soltanto una minima parte dei quali risulterebbe patogena. Come si apprende dall’articolo di Pollan, i germi presenti nel nostro intestino, sulla nostra lingua, sulla pelle ed altrove nel nostro corpo formano un esercito talmente vasto che gli stessi esperti si trovano attualmente ancora in corso di esplorazione e di studio dello stesso, nella relativa stragrande varietà.
È stato calcolato come per ogni cellula del nostro corpo siano presenti 10 batteri, tra germi innocui ed utili, per la maggiorparte, ai quali si unisce una porzione minore di microrganismi patogeni. I germi presenti nel nostro organismo formerebbero così il nostro secondo genoma, costituito da microbi “residenti” nel nostro corpo, che tra le proprie funzioni principali appaiono in grado di giocare un ruolo fondamentale nel modulare il nostro sistema immunitario, aiutandolo a distinguere tra microrganismi amici e nemici.
Alcuni ricercatori sono convinti che l’incremento delle malattie autoimmuni sia dovuto alla rottura dell’antico legame tra il nostro organismo ed i microrganismi che da sempre vivono in simbiosi con esso e che avrebbero contribuito alla nostra evoluzione. In conclusione, non tutti i germi sono uguali, non tutti i microrganismi dovrebbero essere considerati delle minacce per la nostra salute ed un eccessiva lotta contro eventuali nemici potrebbe portare ad un indebolimento della presenza di quei germi che invece contribuiscono a mantenere il corretto funzionamento del nostro organismo. La speranza è dunque che la scienza prosegua ad approfondire i propri studi in tal senso, per poter chiarire la reale utilità e le funzioni del nostro secondo genoma.
Marta Albè
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