“Uniamo le forze, troviamo le cure”. È questo l’appello lanciato dalla FIRA – Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite – alle principali Associazioni dei Malati, incontrate il 12 ottobre nel corso del Convegno “Improve to Move – Movimento è vita“, promosso dall’Associazione Nazionale dei Malati Reumatici (ANMAR), insieme, oltre che alla FIRA, alla SIR (Società Italiana di Reumatologi) e al CROI (Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani).
L’incontro, avvenuto in occasione della Giornata Mondiale del Malato Reumatico, si è reso necessario per fare il punto della situazione in Italia, ma soprattutto per cercare di predisporre interventi mirati al sostegno della ricerca in reumatologia, riconosciuta a livello internazionale e fondamentale nell’individuazione di nuove terapie, ma troppo spesso osteggiata da finanziamenti insufficienti.
“La ricerca riveste un ruolo fondamentale nella possibilità di personalizzare la terapia sul singolo paziente – commenta Guido Valesini, Consigliere della Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite e Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche dell’Università La Sapienza di Roma –. E i risultati che stiamo ottenendo possono portare ricadute tangibili sulla qualità vita del malato”.
Finora, infatti, gli studi condotti hanno portato all’individuazione di fattori di rischio che possono originare o aggravare i sintomi (fumo, carenza di vitamina D, infezioni croniche, diete inadeguate, stress ecc.), all’individuazione di biomarkers ad alta sensibilità per favorire una diagnosi precoce, alla diffusione di strumenti di diagnosi non invasivi, all’introduzione di farmaci biologici in grado di bloccare le malattie reumatiche e all’ottimizzazione dei medicinali già utilizzati, come i cortisonici, con una riduzione sensibile degli effetti collaterali.
Risultati non indifferenti che hanno continuo bisogno di essere sviluppati dai ricercatori, e – come precisa Valesini – “i numeri riscontrati dal Congresso Europeo di Reumatologia (dal 2008 l’Italia è tra i primi Paesi d’Europa come numero di pubblicazioni presentate al Congresso e il 2011 è l’anno di consacrazione dell’eccellenza italiana nella ricerca reumatologica a livello internazionale, con la presentazione di oltre 300 studi e la nomina di Maurizio Cutolo a Presidente del Congresso) dimostrano che in Italia non mancano giovani ricercatori entusiasti, in grado di portare avanti la ricerca; ma purtroppo le risorse di cui disponiamo attualmente non sono più sufficienti e il rischio di una “fuga di cervelli” sarebbe una grave perdita per il nostro Paese”.
È necessario, quindi, trovare gli investitori adeguati che riescano a garantire il sostentamento delle attività di studio e sperimentazione per cercare di arginare queste patologie che colpiscono oltre 5 milioni di italiani, in prevalenza donne; patologie spesso d’origine sconosciuta ma che hanno pesanti riflessi sulla qualità della vita del malato e che rappresentano la prima causa assoluta d’invalidità.
Fabrizio Giona